L’overtourism porta con sé lunghe code, attese estenuanti, caos, difficoltà a trovare parcheggi e servizi, e ristoranti sempre affollati. Quando la pressione turistica supera la capacità fisica, ecologica e sociale di una destinazione, la situazione può diventare insostenibile per i residenti. L’estate, e in particolare Ferragosto, amplificano questo fenomeno, portando le amministrazioni a soluzioni che spaziano dall’ingegnoso al draconiano.
Per gestire l’afflusso massiccio di turisti, le autorità italiane hanno adottato diverse misure: alcune destinazioni introducono prenotazioni online per spiagge e strade, altre installano semafori anti-ingorgo per evitare code nei punti panoramici, e altre ancora utilizzano sensori per monitorare i flussi di escursionisti. Queste misure cercano di arginare l’impatto del turismo su città d’arte come Roma e Firenze, così come su località balneari e montane, cercando di trovare un equilibrio tra accoglienza e sostenibilità. Ma è sufficiente?
Amsterdam è la capitale europea dell’overtourism
Non è solo un problema italiano. Una recente classifica del Sole 24 Ore identifica Amsterdam come la capitale europea dell’overtourism. Tra le otto principali città europee per arrivi internazionali, Amsterdam registra la maggiore densità turistica, con un rapporto di 20,2 notti per abitante, risultato di 24 milioni di pernottamenti annuali in una città con poco più di un milione di abitanti.
Per contrastare questo fenomeno, Amsterdam ha adottato misure drastiche. Ha vietato il consumo di cannabis all’aperto e le visite guidate nel quartiere a luci rosse, ha aumentato la tassa di soggiorno, limitato l’accesso delle navi da crociera, e a partire da aprile 2024, bloccherà la costruzione di nuovi hotel. Inoltre, la città ha imposto restrizioni severe sugli affitti brevi, con l’obiettivo di mantenere i pernottamenti annuali sotto la soglia dei 20 milioni. Nonostante queste azioni, Amsterdam continua ad attirare turisti, complice la sua fama di città “libertina”. Nel 2023, ha persino lanciato la campagna “Stay Away” per scoraggiare i giovani tra i 18 e i 35 anni, spesso attratti da alcool, prostituzione e droghe. Tuttavia, gli arrivi internazionali sono cresciuti del 7,3% rispetto al 2019, rendendo Amsterdam, insieme a Istanbul, l’unica città con segno positivo tra le grandi destinazioni.
Roma non se la passa meglio; Istanbul: l’eccezione che conferma la regola
La classifica prosegue con Berlino, che si piazza al secondo posto con un indice di concentrazione turistica di 8,2. Nonostante la severa regolamentazione post-Covid, Berlino rimane vulnerabile all’overtourism. Segue Londra, con un indice simile, che ha mantenuto il suo appeal nonostante la Brexit, attirando 18,7 milioni di visitatori internazionali nel 2022 e generando una spesa di 14,8 miliardi di euro.
Al quarto posto, prima di Barcellona, si posiziona Roma, con un indice di concentrazione di 6,8. La capitale italiana, tra le più colpite dall’overtourism, affronta una sfida significativa per la gestione del centro storico, già densamente popolato. Secondo Bankitalia, il numero di persone presenti quotidianamente nel centro di Roma, considerando residenti, studenti, lavoratori e turisti, supera le 21mila per km², dieci volte la densità del resto del Comune. Con l’avvicinarsi del Giubileo 2025, la pressione turistica è destinata a crescere ulteriormente.
Parigi, dove si sono appena chiusi i Giochi Olimpici, si posiziona dopo la Città eterna per intensità turistica. La capitale francese ha registrato un calo nel tasso di occupazione alberghiera a causa dell’attesa per i Giochi, ma rimane una delle mete più affollate.
Barcellona e Madrid occupano rispettivamente il sesto e settimo posto. Nonostante l’opposizione dei residenti al turismo di massa, Barcellona continuerà a subire gli effetti dell’overtourism almeno fino al 2028, quando entreranno in vigore nuove restrizioni sugli affitti brevi. Anche Madrid affronta sfide simili, con crescenti tensioni legate all’accessibilità degli alloggi per i residenti.
Infine, Istanbul si distingue dalle altre città. Pur registrando il maggior numero di arrivi internazionali nel 2023, riesce a mantenere un basso indice di concentrazione turistica, grazie alla sua vasta area e alla crescente popolarità delle serie Tv turche, che attirano un flusso costante di visitatori desiderosi di esplorare l’antica capitale bizantina e ottomana.
Turisti in massa e le misure di contenimento: dalle Tre Cime alla spiaggia sarda della Pelosa
Il modello adottato da Venezia, con l’introduzione di un biglietto d’ingresso per i turisti giornalieri, sta aprendo la strada a nuove strategie di gestione del turismo in Italia. Sebbene il sistema veneziano sia attualmente in fase di test e applicato solo in 29 giornate durante l’anno, i risultati sono già significativi: nei primi otto giorni di prova, il Comune ha superato le entrate previste per i primi tre mesi, incassando 723mila euro. Tuttavia, questa misura appare ancora troppo limitata per fare davvero la differenza, soprattutto in assenza di un tetto massimo di presenze giornaliere.
Anche Firenze ha preso iniziative simili, riproponendo restrizioni sugli affitti brevi, mentre nella Val di Fassa sono stati installati sensori per monitorare il numero di escursionisti. I passi dolomitici, come quelli delle Tre Cime di Lavaredo, sono al limite del collasso: l’accesso è regolamentato e si propone che i turisti utilizzino solo pulmini pubblici anziché auto private, ma la Regione Veneto resiste a questa proposta. Le Tre Cime di Lavaredo sono particolarmente congestionate, con lunghe code di attesa e criticità segnalate dai visitatori sui social media.
Nelle Cinque Terre, la celebre Via dell’Amore, un tratto del Sentiero Azzurro tra Riomaggiore e Manarola, è ora accessibile solo su prenotazione, consentendo una gestione più controllata dei visitatori. Questo cambiamento, insieme all’aumento dei prezzi dei biglietti dei treni e all’introduzione di nuove regole, ha contribuito a ridurre il sovraffollamento nella regione.
In Campania, sono state adottate misure come il raddoppio della tassa di sbarco a Capri e l’introduzione di targhe alterne sulla Costiera Amalfitana per gestire il traffico turistico. A Napoli, alcune spiagge libere sono accessibili solo su prenotazione. Nelle Marche, durante i cinquantadue giorni più critici della stagione, l’accesso alla Baia di Portonovo è stato controllato. In Puglia, è necessaria una prenotazione tramite app per accedere ai lidi.
In Sardegna, l’accesso alla spiaggia La Pelosa è ora contingentato a 1.500 persone al giorno, con un costo di 3,50 euro a persona. Altre spiagge, come quella di Stintino, sono a numero chiuso e richiedono un biglietto per accedere, con un massimo di 1.500 bagnanti ammessi.
Queste iniziative rappresentano uno sforzo per affrontare le sfide del sovraffollamento turistico, cercando di equilibrare l’afflusso di visitatori con la sostenibilità e la qualità della vita nelle destinazioni. La domanda che ci si pone ora è: queste strategie sono il passo giusto verso un futuro turistico più equilibrato, o sono solo un inizio timido in un lungo viaggio di adattamento?