L’esportazione del grano dai porti ucraini sarà consentita per ulteriori 60 giorni. È la conclusione a cui si è giunti durante i colloqui, avvenuti a Ginevra, tra i rappresentanti dell’Onu, il ministro della Difesa turco e la delegazione russa guidata dal viceministro degli Esteri Vershinin. L’accordo era in scadenza il 18 marzo. Mosca, quindi, non si opporrà al prolungamento dell’accordo che garantisce la sicurezza delle esportazioni ucraine da tre porti del Mar Nero. Un’estensione di un periodo più lungo verrà presa in considerazione dal Cremlino “se verranno tolti i blocchi alle sue importazioni di prodotti agricoli” ha affermato Vershinin.
Il prezzo del grano risulta in calo oggi a 283,25 dollari (-1,14%).
Gli accordi precedenti
Parte del merito alla conclusione positiva dei colloqui va data alla mediazione turca. Il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar è stato in prima linea, insieme ai rappresentanti Onu, nel cercare una soluzione per consentire l’esportazione del grano al fine di prevenire una crisi alimentare globale.
Il primo accordo sul grano, che garantiva la sicurezza delle esportazioni ucraine da tre porti del Mar Nero, era arrivato a luglio. A novembre era stato poi prorogato per altri 120 giorni ( con scadenza al 18 marzo). La proroga raggiunta evita (o posticipa) il rischio di una crisi globale e raffreddare i prezzi. L’intesa sul grano è l’unico ambito in cui Mosca e Kiev hanno trovato un’accordo.
Secondo i dati dell’Onu, dall’avvio dell’iniziativa, dal Mar Nero è stato possibile esportare 24,1 milioni di tonnellate di grano e mais. A conclusione dei colloqui di lunedì sera il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha confermato l’impegno delle Nazioni Unite a fare “tutto il possibile per preservare l’integrità dell’accordo sui cereali del Mare Nero e per garantirne la continuità”.
Pericolo scampato per l’Egitto, principale importatore del grano di Kiev
L’allarme sul grano rimane poiché una proroga di 60 giorni non mette al riparo i principali importati del grano di Kiev, in primis l’Egitto come sottolineato da Coldiretti e Filiera Italia che accompagnano la delegazione guidata dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani in visita a Il Cairo: “Con l’annuncio della Russia di una proroga parziale di soli 2 mesi dell’accordo in scadenza il 18 marzo sui corridoi del grano dell’Ucraina è allarme, per il cibo e i migranti, nei Paesi del nord Africa a partire dall’Egitto che stringe nuovi rapporti commerciali con l’Italia nell’agroalimentare, dal couscous ai fertilizzanti” spiegano le due associazioni. L’Egitto è il principale importatore del grano di Kiev e, prima dell’inizio della guerra, il 90% delle importazioni totali (oltre 10 milioni di tonnellate all’anno) provenivano dal territorio ucraino.