Per Erg il 2015 è stato un anno di crescita e, ancora, di trasformazione. Lo certificano i dati del Rapporto di sostenibilità presentati lunedì a Roma: quasi un milione di tonnellate di CO2 evitata, l’equivalente – per farsi un’idea – di 300 mila voli Roma-New York; una produzione elettrica di 5,3 miliardi di kilowattora tutta da fonti rinnovabili (e perciò a zero CO2) che – sempre per farsi un’idea – equivale ai consumi annui di 2,1 milioni di famiglie. Tutto ciò a fronte di 958 milioni di ricavi consolidati adjusted e di 96 milioni di utile (+60% sull’anno precedente). I tempi del gruppo petrolifero legato alla raffinazione, sono dimenticati. Non rinnegati ma è un ciclo che si è chiuso.
E non è un caso che Edoardo Garrone, presidente di Erg, abbia puntato su questo aspetto quando ha illustrato i numeri chiave della sostenibilità raggiunta: “Dopo un intenso lavoro che ci ha impegnato negli ultimi 8-10 anni e che ha portato ad una trasformazione radicale del gruppo – ha sottolineato – possiamo dire che nel 2015 si è chiuso un ciclo. E questo Rapporto è il primo, di tutti quelli che abbiamo pubblicato, che fotografa la nuova Erg. Il gruppo a lungo ha legato il suo nome all’attività nel settore petrolifero. Oggi, a distanza di quasi 80 anni dalla fondazione avvenuta nel 1938, quel capitolo è chiuso. Siamo un gruppo intrinsecamente sostenibile con 1.700 Megawatt (Mw) di eolico installato e 527 Mw di idroelettrico che abbiamo acquisito proprio nel 2015 per diversificare il mix produttivo. Abbiamo inoltre un importante impianto termoelettrico cogenerativo (480 MW) in Sicilia con un indice di rendimento molto alto pari al 61,8%”.
I fattori che hanno portato Erg ha cambiare pelle passando “dall’era del petrolio che ha caratterizzato il secolo scorso all’era delle rinnovabili che sempre più caratterizzerà questo secolo” sono molteplici. Garrone gli ha ripercorsi: “Dal caso Lehman in poi abbiamo assistito ad un crollo dei consumi e dei margini di raffinazione che richiedeva una pronta capacità di reazione”. Questa resilienza c’è stata e Erg è passata prima dall’accordo con Lukoil per poi sterzare sempre più sull’energia verde: “Nel periodo – prosegue Garrone – sono stati ceduti 3 miliardi di asset del vecchio core business e abbiamo investito 3,9 miliardi in nuovi asset verdi”. Nel complesso, sono stati movimentati quasi 7 miliardi con una concentrazione del capitale investito sull’eolico che ha avuto il suo picco nel 2014 (90%). Lo scorso anno la distribuzione del capitale investito ha registrato la maggior diversificazione: 60% nell’eolico, 32% nell’idroelettrico (l’impianto di Terni) e il 13% sul termoelettrico.
Guardando al futuro, gli obiettivi della Cop 21 di Parigi, sottoscritti da 196 parti, non fanno che spingere ulteriormente sul percorso già avviato.“Non stupiscono quindi le recenti previsioni – sottolinea Garrone citando Bloomberg New Energy Finance di giugno – che ci dicono che nel periodo 2015-2040 ben oltre il 60% della nuova capacità produttiva installata mondiale sarà alimentata da fonti rinnovabili”. Nei prossimi tre anni gli obiettivi di sostenibilità di Erg, recepiti nel nuovo piano industriale 2016-18, sono ambiziosi e passano attraverso il proseguimento della crescita nella produzione di energia verde: 9 milioni di tonnellate di CO2 evitata, quindi 3 milioni/anno attraverso una crescita della produzione rinnovabile che non è concentrata solo in Italia (oltre 1.600 Mw) ma anche in Francia (252Mw), Germania (168Mw), Polonia (82Mw), Romania (70Mw) e Bulgaria (54Mw). Ai 165 Megawatt di eolico acquisiti nel 2015 si ne sono aggiunti altri 215 Mw nei primi due mesi del 2016. Si arriva così al totale di 1.721 Megawatt. Erano appena 597, circa un terzo, all’inizio del 2012.
Scarica il rapporto Sostenibilità 2015.