La saga dell’eredità Agnelli continua. Dopo 21 anni dalla scomparsa del patriarca Gianni Agnelli, lo scontro tra la figlia Margherita e i figli di Alain Elkann per il controllo del vasto patrimonio di famiglia è più intenso che mai. La questione centrale ruota attorno alla contesa per il controllo della società finanziaria Dicembre, che rappresenta la cassaforte dell’impero Exor, il quale annovera tra i suoi gioielli aziende del calibro di Stellantis, Ferrari, Cnh, Gedi, Economist, Philips e Lingotto, con un patrimonio complessivo che supera i 30 miliardi di euro. Margherita – scrive Milano Finanza – rivendica “almeno” il 54% della società e, se la sua richiesta venisse accolta, si verificherebbe un ribaltamento degli assetti di controllo attualmente detenuti dai tre fratelli Elkann, con John che possiede il 60% e Lapo e Ginevra il restante 20% ciascuno.
Eredità Agnelli: ecco cosa sta succedendo
Il cuore della controversia risiede nelle azioni legali intraprese da Margherita per annullare gli accordi successori del 2004, per cui ha ricevuto 1,3 miliardi di euro ma che hanno garantito a John Elkann il controllo della Dicembre. Margherita sostiene che tali trasferimenti sono stati effettuati mediante donazioni indirette da parte di Marella Caracciolo, sua madre e moglie dell’Avvocato, e senza il pieno rispetto della volontà testamentaria del padre e delle leggi successorie e, pertanto, non validi.
Questi accordi sono finiti al centro di indagini condotte dalla procura di Torino, che mirano a verificare la validità delle firme su documenti significativi – che potrebbero essere “apocrife” – come gli aggiornamenti testamentari e i contratti di locazione immobiliare in Italia, così come sulla residenza effettiva di Marella in Italia anziché in Svizzera. Nel dettaglio, la magistratura sta indagando su Elkann, il commercialista Gianluca Ferrero (attuale presidente della Juventus) e il notaio svizzero Urs von Grünigen.
Elkann e Ferrero hanno fatto ricorso contro il decreto di perquisizione emesso dal tribunale del riesame. Le fiamme gialle hanno perquisito gli uffici di Ferrero, le fiduciarie coinvolte (P Fiduciaria, Simon e Sofegi) e la residenza di John Elkann a Villa Frescot, sequestrando una serie di documenti cartacei e materiale informatico.
Margherita solleva dubbi sulla titolarità delle quote
Gli inquirenti stanno scrutando attentamente i passaggi delle quote avvenuti nel corso di oltre 20 anni, dal momento della scomparsa di Giovanni Agnelli fino all’attuale assetto societario. Margherita solleva dubbi sulla legittimità della titolarità della Dicembre da parte dei tre figli.
Nel 2002, un anno prima della morte dell’avvocato, egli deteneva il 25,37% direttamente e l’usufrutto del 24,88% insieme a Marella, Margherita e John Elkann. Dopo la sua morte, secondo lo statuto della Dicembre, moglie, figlia e nipote sono saliti al 33,33% ciascuno. Tuttavia, nello stesso giorno del decesso di Agnelli, Marella dona a John il 25,38% della Dicembre, portando così la sua quota al 58,71%.
Margherita obietta che il figlio non poteva aumentare la sua quota perché non era erede del nonno. Nel 2003, in un momento critico per la Fiat, la famiglia Agnelli decide di ricapitalizzare la Accomandita Giovanni Agnelli per 250 milioni di euro, con contributi dai soci (3,3 milioni da Marella, 36 milioni da Margherita e 56 milioni da John). Margherita sostiene che questi fondi erano parte del patrimonio di Agnelli e che non provenivano dalle risorse finanziarie personali del figlio. Nel 2004, la famiglia ha firmato l’accordo transattivo e il patto successorio: Margherita ha ceduto le sue quote alla madre, che è salita al 41,29%, mantenendo John al 58,71%. Tuttavia, Margherita ne mette in discussione la validità, sostenendo che fosse una simulazione. Successivamente, Marella trasferisce la nuda proprietà dell’1,29% a John e il 20% a Lapo e Ginevra, dando inizio alla struttura societaria attuale della società.
Eredità Agnelli: se Margherita Agnelli dovesse vincere?
Se il testamento di Marella venisse dichiarato nullo, lei potrebbe essere l’unica erede e reclamare almeno il 50% delle quote della Dicembre donate dalla nonna. Se venissero annullati anche l’accordo transattivo e le compravendite delle quote, Margherita potrebbe conseguire fino al 58,2% della Dicembre, ottenendo così il controllo della società e di Exor.
D’altro canto, gli avvocati di John Elkann respingono totalmente le rivendicazioni di Margherita, sostenendo che la divisione delle quote della Dicembre sia avvenuta in modo legittimo e rispecchiando la volontà chiara e vincolante dell’Avvocato Agnelli. Essi contestano la validità delle azioni legali intraprese da Margherita, suggerendo che le sue azioni legali siano mosse da motivazioni personali e non fondate su basi legali solide.
Sia che si tratti di una commedia shakespeariana o di un dramma moderno, una cosa è certa: l’eredità Agnelli è diventata il palcoscenico di uno spettacolo legale che avrebbe fatto impallidire persino il più cinico dei drammaturghi.