Erasmus lotta per la sopravvivenza. Sua e dei suoi figli. Il celebre programma di scambio universitario, nato nel 1987 su iniziativa dell’associazione studentesca francese (poi diventata europea) Egee e avallata dall’allora presidente François Mitterrand, è sull’orlo del fallimento. E secondo quanto rilevato da Le Figaro, che riporta la testimonianza dell’eurodeputato Alain Lamassoure, con lui morirebbero anche “1 milione di figli nati da coppie Erasmus”. Un milione, di che aprire dunque una problematica non solo giovanile e studentesca ma quasi da politica per la famiglia.
La notizia è nell’aria da diverse settimane, e ha messo in apprensione un’intera generazione di ex studenti che hanno avuto l’occasione di formarsi e imparare lingue in giro per l’Europa grazie ai fondi dell’Unione europea, ma ora il futuro di Erasmus, già a partire dal 2013, è sempre più appeso alle decisioni del Parlamento continentale di Strasburgo, che dovrà fare in modo, secondo quanto preteso da Bruxelles, di recuperare ulteriori 90 milioni di euro dai budget dei Paesi membri, entro il prossimo 9 novembre.
Paesi che nel caso del progetto Erasmus, nato all’interno del programma Socrates, sono 31 (ci sono anche gli scandinavi e la Turchia), per un totale di oltre 4mila atenei e 231mila ragazzi partecipanti nell’ultimo anno accademico rilevato da Eurostat. Solo in Italia, nel 2010-2011 sono arrivati 20mila studenti stranieri (siamo al quinto posto dopo Spagna, Francia, Germania e Regno Unito): di questi, quasi la metà erano proprio iberici, seguiti sempre da francesi e tedeschi. Le università italiane più coinvolte sono state quella di Bologna, con 1.700 studenti accolti, seguita da La Sapienza di Roma e da Firenze. Ancora di più sono stati i ragazzi italiani a tentare l’esperienza estera: 22mila di loro sono partiti alla volta di Spagna (34%), Francia (15%), e altri venti Paesi, tra cui anche Norvegia e Turchia.
Ma l’anno prossimo tutto questo potrebbe non esserci più. E nella sua eredità non ci sarebbero soltanto libri, viaggi, serate indimenticabili, lavoretti part-time, amori stagionali, nuove amicizie e esami di dubbia difficoltà, ma persino famiglie.
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