Il coronavirus rischia di fermare anche l’Erasmus+. Il programma, fiore all’occhiello delle politiche giovanili dell’Unione Europea e attività agognata da moltissimi studenti del vecchio continente, potrà essere messo in stand by senza incorrere al pagamento di penali a causa del coronavirus.
Con una nota ufficiale la Commissione europea mette nero su bianco come fare per cancellare, sospendere o posticipare l’Erasmus appellandosi a “cause di forza maggiore”, vale a dire la diffusione del Covid-19 nel Nord Italia che sta destando fortissima preoccupazione in tutta Europa.
I partecipanti al programma Erasmus+ che si trovano nelle aree considerate a rischio contagio avranno a disposizione il supporto di ambasciate, consolati e consolati onorari nel paese di permanenza. Chi deciderà di rinunciare – cancellando, sospendendo o posticipando la propria partenza – dovrà presentare un’apposita richiesta all’Agenzia nazionale di riferimento. Quest’ultima “potrà applicare la causa di forza maggiore a tutte le attività che si svolgono nelle aree ritenute a rischio, alla mobilità in entrata da tali aree, come previsto nella convenzione di sovvenzione tra le agenzie nazionali e i beneficiari e come definito nella guida del programma e altri documenti contrattuali”, spiega la Commissione Ue.
“Le agenzie nazionali – continua Bruxelles – possono quindi annullare, posticipare o spostare le attività pianificate in tali regioni”.
Dopo le comunicazioni effettuate dalle agenzie italiane che si occupano della mobilità, che lo scorso 24 febbraio avevano invitato gli enti interessati a rivedere i piani di calendarizzazione degli scambi, la Commissione Europea interviene dunque a fare chiarezza, escludendo qualsiasi penale per chi deciderà di rinunciare.
La clausola di “forza maggiore” si applicherà infatti alle attività “e ai costi per tutte quelle mobilità che vengano annullate in ragione della situazione di emergenza e dei provvedimenti delle competenti autorità”, spiega Indire, agenzia italiana che si occupa del programma.
Certo è che, l’impatto del coronavirus sul programma rischia di essere dirompente. Negli ultimi cinque anni sono oltre 180mila gli studenti italiani partiti in Erasmus, un numero che rende l’Italia il quarto Paese per numero di partecipanti dietro a Francia, Germania e Spagna.