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Erasmus addio: Brexit colpisce gli studenti di tutta Europa

Pixabay

Il governo britannico guidato da Boris Johnson ha espresso la propria volontà, una volta entrata in vigore la Brexit, di far uscire il Regno Unito anche dal progetto Erasmus, il programma di scambio tra gli studenti dell’Unione Europea. La questione è stata definita mercoledì 8 gennaio, con l’approvazione della legge attuativa sul recesso del Regno dall’Ue il prossimo 31 gennaio. Da quel momento si aprirà la fase più delicata e complessa, che comprenderà trattative su diversi aspetti, quali commercio, sicurezza, difesa e ricerca.

Dopo giorni di dibattito, i deputati hanno votato per l’approvazione del disegno di legge con 344 voti favorevoli e 254 contrari, ora la decisione passa alla Camera dei Lord, probabilmente in linea con quanto espresso dai Comuni. Il Consiglio europeo, a fronte di questa eventualità, aveva adottato una serie di misure di emergenza per garantire agli studenti già partecipanti al programma di poter concludere il proprio percorso fino alla fine del 2020.

Da ieri gli utenti online hanno espresso il proprio dissenso in materia. Non solo gli studenti del Regno, che vedono privarsi la possibilità di uno scambio culturale, hanno reagito con toni furiosi. Secondo lo storico britannico Simon Schama “questa è una decisione miserabile, furto alle giovani e future generazioni”. 

Sergio Battelli, presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera, scrive che “l’Ue deve necessariamente ripensare il percorso educativo per le nuove generazioni. Solo lo scambio e l’integrazione faranno il cittadino europeo di domani, non le chiusure e gli arroccamenti”. Il viceministro all’istruzione Anna Ascani ha commentato su Facebook come la decisione “priverebbe le future generazioni di esperienze formative importanti”. E molti altri ancora sono rimasti indignati da questa decisione.

Di fronte alle furiose reazioni dell’Europa e degli studenti, Uk ha cercato di buttare acqua sul fuoco sostenendo che non c’è ancora niente di definitivo su Erasmus. Secondo il sottosegretario all’istruzione e l’università Chris Skidmore “il voto non significa che la Gran Bretagna lascerà per sempre Erasmus plus dopo l’uscita dall’Unione europea. La partecipazione del Regno Unito al progetto – ha continuato – farà parte dei nostri negoziati futuri con l’Ue. Diamo grande valore agli scambi internazionali tra studenti”.

Nonostante il voto, non è detto che non vi sarà una soluzione alternativa che permetta agli studenti di formarsi per un periodo limitato nel Regno e viceversa. Come già praticato da molti Paesi come la Turchia, la Norvegia o l’Islanda, vi è la possibilità di una partecipazione a pagamento, o ancora, quella che siano le università a stabilire i futuri rapporti con le proprie controparti in Europa. In ogni caso sarà il Regno Unito a dover negoziare con i singoli Paesi i programmi di scambio.

Un’altra votazione in seno alla Camera dei Comuni che ha destato scandalo riguarda la rinuncia da parte del governo Johnson di accogliere bambini rifugiati non accompagnati, nonostante i famigliari siano già presenti nel Paese. E anche in questo caso il governo britannico si difende ritenendo che quanto concerne le tutele per i rifugiati minorenni non rientra però nell’accordo di recesso e che la protezione dei bambini vulnerabili rimarrà, in ogni caso, una priorità nel post-Brexit.

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Categories: Politica