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Epic Games vince la causa con Google: è monopolio su Android. Ora Fortnite gratis!

Pixabay

Epic Games, azienda creatrice del popolare gioco Fortnite, ha ottenuto una significativa vittoria legale contro Google. Un tribunale in California ha deliberato all’unanimità in favore di Epic Games nella sua causa antitrust contro Google, dichiarando che il gigante tecnologico detiene un monopolio sia nel mercato della distribuzione delle applicazioni su Android che nei servizi di pagamento in-app.

Vittoria contro Google!” ha scritto su X il fondatore di Epic Games, Tim Sweeney. “Dopo quattro settimane di testimonianze dettagliate – ha afferma l’informatico statunitense 53enne -, i giurati si sono pronunciati contro il monopolio di Google Play su tutti i fronti. Il lavoro del tribunale sulle misure di ritorsione inizierà a gennaio. Grazie a tutti per il vostro supporto! Fortnite gratis!”, ha aggiunto Sweeney.

La battaglia di Epic Games: tre anni di lotta

La disputa tra Epic Games e Google ha radici che risalgono a tre anni fa, quando l’azienda di videogiochi ha iniziato a denunciare gli store digitali (Apple compresa), affermando che essi abusano del loro monopolio nella distribuzione di applicazioni, imponendo tasse esorbitanti agli sviluppatori.

La causa è stata avviata quando Google ha rimosso Fortnite da Google Play in risposta a Epic Games, che consentiva agli utenti di scaricare contenuti extra direttamente dal proprio sito, eludendo le commissioni di Google. La disputa si è estesa a contestare le pratiche monopolistiche di Google nell’App Store, oltre alle commissioni, accusando l’azienda di rendere difficile a sviluppatori evitare Google Play per vendere contenuti extra e utilizzare servizi essenziali di Google per le app.

Dopo la rimozione di Fortnite dal Play Store, Google avrebbe persuaso Activision Blizzard con un pagamento di circa 360 milioni di dollari a rinunciare ai suoi progetti per un app store concorrente. Inoltre, Google avrebbe stipulato accordi simili con Nintendo, Ubisoft e Riot Games.

“Nel corso del processo abbiamo avuto le prove di come Google sia disposta a pagare miliardi di dollari per soffocare gli app store alternativi, pagando gli sviluppatori per abbandonare la creazione dei propri store e i piani di distribuzione diretta, offrendo anche accordi altamente lucrativi con i produttori di dispositivi in cambio dell’esclusione degli app store concorrenti” ha spiegato Epic Games.

Google colpevole di tutti i capi d’accusa

I giurati del tribunale di San Francisco hanno così giudicato Google colpevole su tutti gli 11 capi d’accusa contro Google, confermando quindi il monopolio dell’azienda nella distribuzione di applicazioni su Android. Hanno giudicato le azioni di Google anticoncorrenziali, riconoscendo che Epic Games ha subito danni a causa di tali pratiche.

Inoltre, hanno dichiarato il collegamento tra Google Play Store e il servizio di pagamento Google Play Billing come illegale.

“Il verdetto di oggi è una vittoria per tutti gli sviluppatori di app e i consumatori di tutto il mondo. Dimostra che le pratiche di Google nel mercato delle app mobili sono illegali e che Google sta abusando del suo monopolio per imporre tariffe esorbitanti, soffocare la concorrenza e ridurre l’innovazione”, ha dichiarato Epic Games in un comunicato.

La sentenza finale su quali misure correttive Google dovrà adottare per conformarsi alle norme antitrust sarà emessa a gennaio dal giudice James Donato ma la decisione potrebbe essere soggetta a un possibile ribaltamento in appello. Epic Games ha richiesto la piena libertà per gli sviluppatori di distribuire le proprie app sui dispositivi Android.

L’azienda di Mountain View annuncia ricorso

Google ha annunciato l’intenzione di appellarsi alla decisione, sostenendo che Android e Google Play offrono più scelta e apertura rispetto ad altre piattaforme mobili.

“Intendiamo contestare il verdetto”, ha risposto Wilson White, vicepresidente di Google, in una dichiarazione inviata alla stampa. “Android e Google Play offrono più scelta e apertura rispetto a qualsiasi altra grande piattaforma mobile. La sperimentazione ha chiarito che siamo in forte concorrenza con Apple e il suo App Store, così come con gli app store sui dispositivi Android e sulle console di gioco”, ha continuato White.

Continueremo a difendere il modello di business di Android e rimaniamo profondamente impegnati nei confronti dei nostri utenti, dei nostri partner e dell’ecosistema Android in generale”, ha dichiarato White.

Attualmente, gli sviluppatori che utilizzano il Google Play Store per distribuire le proprie app su dispositivi Android sono soggetti al pagamento di una commissione del 30% su tutti i pagamenti in-app. Sebbene Google affermi di avere un sistema aperto che consente il sideloading, ossia il download di applicazioni da fonti esterne, la recente decisione ha evidenziato l’influenza degli accordi segreti che Google sembra stabilire con produttori di smartphone e grandi sviluppatori, a discapito dei developer minori e di Epic Games.

Con Apple il risultato fu diverso

A differenza del caso contro Google, la causa di Epic Games contro Apple ha avuto un risultato diverso e fu un sostanziale “pareggio“.

L’azienda di Fortnite intentò una causa simile anche contro la società della Mela, ma nel 2021 la giudice incaricata del caso ha respinto le accuse di monopolio.

Epic ha fatto causa anche contro Apple, sempre per le stesse ragioni, ma nel 2021 la giudice incaricata del procedimento ha rigettato le accuse di monopolio nei suoi confronti.

Il giudizio fu che non si poteva parlare di un monopolio da parte di Apple imponendo però all’azienda di Tim Cook di cambiare le regole del suo Store e di permettere agli sviluppatori di poter indirizzare i propri utenti a sistemi di pagamento terzi. Ad Epic Games fu invece chiesto risarcimento di tutte le commissioni non pagate.

A rischio ora il duopolio Google/Apple

La vittoria di Epic Games contro Google rappresenta un punto di svolta nei tribunali californiani e potrebbe portare a un significativo cambiamento nell’ecosistema degli app store.

La sentenza rappresenta una minaccia significativa per il duopolio Play Store/App Store, che genera quasi 200 miliardi di dollari all’anno. Se la decisione sarà confermata, potrebbe portare a cambiamenti strutturali nei modelli di business degli app store, sfidando il modo in cui miliardi di consumatori utilizzano i loro dispositivi mobili.

Il verdetto potrebbe influenzare anche le iniziative legislative, come il Digital Markets Act dell’Unione Europea, che impone maggiori aperture agli app store alternativi e ai sistemi di pagamento di terze parti.

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