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Eni, Zohr: Descalzi vede premier egiziano

Incontro dell’Ad Eni con il premier Sherif Ismail al Cairo. Si è parlato del maxi giacimento di gas di Zohr, dell’avanzamento dei lavori che stanno avanzando a tutta velocità. Ma forse anche delle sanzioni Usa alla Russia…

Grande attività dell’Ad di Eni Claudio Descalzi prima della pausa estiva. Dopo l’incontro a Tripoli con il capo del governo libico al Sarraj lunedì, il numero uno di Eni è volato al Cairo per vedere il premier egiziano Sherif Ismail.

Anche in Egitto, come in Libia, Descalzi ha parlato soprattutto di gas. Nel caso specifico, tema dell’incontro è stato “prevalentemente il futuro del mega giacimento di Zohr e l’impatto positivo che questo avrà nell’economia energetica nazionale. L’Ad Claudio Descalzi – precisa il comunicato Eni – ha illustrato al Primo Ministro le tappe che stanno segnando il rapido sviluppo del progetto. Grazie alle importanti sinergie operative che Eni ha saputo sfruttare con le proprie strutture presenti nell’area, Zohr ha raggiunto, in poco meno di 2 anni dalla sua scoperta, un livello di completamento dei lavori pari all’80%, risultato record nell’industria petrolifera”.

Con un potenziale di 850 miliardi di metri cubi di gas in posto, Zohr non solo sarà in grado di soddisfare la quasi totalità della domanda interna di gas naturale per i prossimi decenni a venire, ma sarà anche in grado di creare le condizioni per consentire all’Egitto di tornare a essere un esportatore netto di energia.

Eni ricorda di essere presente in Egitto dal 1954, dove opera attraverso la controllata IEOC. La società è il principale produttore del paese con una produzione in quota pari a circa 230.000 barili di olio equivalente al giorno.

Tuttavia, la velocità con la quale Eni sta effettivamente preparandosi a produrre a Zohr – sollecitata dal governo egiziano che ha sete di energia per sostenere lo sviluppo del Paese – potrebbe trovare un ostacolo nelle sanzioni Usa alla Russia. Il gruppo italiano ha infatti ceduto a Rosneft una quota del 30% della concessione di Shorouk e un altro 10% a Bp. Il che significa che opererà il giacimento ma con una partnership (anche sui costi) dei russi e degli inglesi. L’Europa sta guardando con attenzione le mosse americane e si è già pronunciata con fermezza: la Ue non accetterà che sanzioni decise unilateralmente dagli Stati Uniti possano avere un impatto sulle aziende europee impegnate in progetti energetici con le imprese russe. Un elenco dei progetti che potrebbero subire un danno dalle sanzioni che Donald Trump ha detto di voler controfirmare (ma non l’ha ancora fatto) include anche Zohr. Ed è presumibile che anche di questo abbiano parlato Claudio Descalzi e Sherif Ismail al Cairo sebbene non ve ne sia traccia nel comunicato ufficiale.

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