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Eni: utile in calo. Meno olio, più rinnovabili al 2050

L’Ad Claudio Descalzi, su cui pende l’incognita della conferma in primavera, ha presentato i conti del 2019: “Scenario difficile per tensioni geopolitiche e prezzi sfavorevoli” – Super remunerazione per gli azionisti: buyback e dividendo da 0,86 euro – Il piano prevede una riduzione del petrolio nel lungo periodo, a favore di gas e rinnovabili.

Eni: utile in calo. Meno olio, più rinnovabili al 2050

L’Eni chiude il 2019 con un utile netto ajusted in sensibile calo del 37%, da 4,58 miliardi a 2,87 miliardi, in un scenario caratterizzato da discontinuità geopolitiche e da prezzi meno favorevoli rispetto al 2018, ma distribuendo un corposo utile da 0,86 euro agli azionisti (di cui 0,43 già pagati come acconto), ai quali è stato anche offerto il riavvio del programma di buyback da 400 milioni nel 2020. Il che significa, considerando tutto, che la remunerazione ai soci è stata complessivamente pari a 3,4 miliardi. “L’azienda è molto solida dal punto di vista finanziario: la generazione di cassa operativa è stata pari a 12,1 miliardi, in crescita a parità di scenario, ed è risultata superiore per 1 miliardo alla spesa per investimenti di 7,7 miliardi”, ha commentato l’Ad Claudio Descalzi, che chiude in primavera il suo mandato e su cui pende l’incognita del rinnovo.

Descalzi ha anche consegnato un piano d’azione per il prossimo triennio, con obiettivi di lungo termine fissati nella data chiave del 2050: fino al 2025 la produzione di petrolio continuerà a crescere (nel 2019 è salita a livelli record, con una media di 1,92 milioni boe/giorno nel quarto trimestre e tasso di rimpiazzo delle riserve del 117%), ma poi lascerà progressivamente spazio al gas, che nel 2050 costituirà circa l’85% della produzione totale. Le rinnovabili aumenteranno a oltre 55 GW nel 2050, puntando su raffinazione bio, chimica bio, riciclo e progetti di conservazione delle foreste e di stoccaggio di CO2. “L’Eni del futuro – ha proseguito Descalzi – sarà quindi ancor più sostenibile: le emissioni della nostra produzione nel 2050 saranno scese dell’80%, ben oltre la soglia del 70% indicata dagli Accordi di Parigi”.

RISULTATI 2019

  • Produzione di idrocarburi a livelli record:
    media annua: 1,87 milioni boe/giorno, quarto trimestre a 1,92 milioni boe/giorno. Escludendo gli effetti della cessazione del contratto produttivo Intisar avvenuto nel terzo trimestre 2018, la variazione annua si ridetermina in +5%.
  • Utile netto adjusted: 0,55 miliardi nel trimestre, -62% (-61% escludendo gli effetti IFRS 16); 2,88 miliardi nell’anno, -37% (-35% escludendo gli effetti IFRS 16).
  • Risultato netto: perdita netta di 1,89 miliardi nel trimestre 2019; utile netto di 0,15 miliardi nell’anno.
  • Generazione di cassa operativa: 3,73 miliardi nel quarto trimestre (-14%); 12,39 miliardi nell’anno (-9%) su cui ha inciso il pagamento straordinario legato alla definizione di un arbitrato (circa 330 milioni).
  • Investimenti netti: 7,73 miliardi nell’esercizio al netto dell’acquisizione del 20% di ADNOC Refining e di riserve per l’ammontare complessivo di 3,3 miliardi (effetti IFRS 16 non significativi).
  • Indebitamento finanziario netto: escludendo l’applicazione dell’IFRS 16, il debito netto si determina in 11,5 miliardi, in aumento del 38% rispetto al 31 dicembre 2018.

PIANO STRATEGICO

“Abbiamo disegnato una strategia – ha spiegato Claudio Descalzi – che coniuga la sostenibilità economica con quella ambientale e l’abbiamo declinata progettando azioni che abbiamo già dimostrato di saper realizzare. Ciò consentirà a Eni di essere un leader nel mercato a cui fornirà prodotti energetici fortemente decarbonizzati contribuendo attivamente al processo di transizione energetica”. La strategia di Eni si divide in due documenti: uno con obiettivi a lungo termine, fissati al 2050, nel quale l’azienda pone le basi del suo futuro a grandi linee; l’altro con obiettivi a breve medio termine, tramite un piano d’azione che mira al 2023.

Piano strategico di lungo termine al 2050: principali obiettivi

  • Crescita della produzione upstream a un tasso annuo del 3,5% fino al 2025, successivo flessibile declino principalmente nella componente olio. La produzione gas al 2050 costituirà circa l’85% della produzione totale. Eni conta su 20 $/bl di breakeven medio, incasso del 94% del loro valore entro il 2035 assumendo un prezzo Brent costante a 50 $/bl.
  • Sostenibilità delle produzioni gas: progetti di conservazione delle foreste e di cattura e stoccaggio della CO2 per un totale di oltre 40 milioni di tonnellate/anno al 2050. Produzione di energia elettrica da gas associata a 3 progetti di cattura e stoccaggio della CO2 che integrerà al meglio la fornitura da rinnovabili.
  • Rinnovabili in forte crescita a oltre 55 GW al 2050. Sviluppo in prevalenza nei paesi OECD per la fornitura di energia elettrica ai nostri clienti, previsti nel mercato retail in aumento oltre i 20 milioni al 2050.
  • Raffinazione: graduale conversione dei siti italiani ricorrendo a nuove tecnologie per la produzione di prodotti decarbonizzati da riciclo di materiali di scarto. Incremento della capacità della raffinazione “bio” a 5 milioni di tonnellate.
  • Marketing: trasformazione da stazioni di servizio a punti di vendita per la distribuzione esclusiva di carburanti sostenibili di nuova generazione e altri servizi differenziati.
  • Chimica: conversione progressiva dei siti esistenti ricorrendo a tecnologie per produzioni più specializzate, “bio” e riciclo delle plastiche.
  • Impronta carbonica: sviluppata metodologia, rivista e verificata da terze parti, per la misurazione omnicomprensiva delle emissioni. Su questa base, target fisso di riduzione al 2050 delle emissioni assolute dell’80% (ben oltre la soglia del 70% indicata dalla IEA nel Sustainable Development Scenario – SDS – che traccia le riduzioni delle emissioni compatibili con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi) e dell’intensità emissiva del 55%.

Piano d’azione 2020-2023

In coerenza con le strategie di medio/lungo termine, la strategia a corto raggio di Eni prevede la valorizzazione e la crescita del portafoglio esplorativo, con l’obiettivo di scoprire 2,5 miliardi di boe di risorse e soprattutto di diversificare geograficamente la produzione. La generazione di cassa dovrà portare il free cash flow cumulato intorno ai 23 miliardi nel 2023, raddoppiando di fatto il dato attuale, grazie ad crescita delle produzioni CAGR del 3,5% nel periodo, all’ulteriore sviluppo delle iniziative integrate con il settore Gas & Power e alla trasformazione digitale.

Per quanto riguarda le rinnovabili, che nel 2050 dovranno arrivare a 55 GW, Eni prevede intanto la realizzazione di 3 GW di capacità installata al 2023 e di 5 GW al 2025, con investimenti pari a 2,6 miliardi nell’arco di piano.

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