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Eni, semestre sconta effetto Val d’Agri ma produzione tiene

Per Eni primo semestre in perdita. Il gruppo tuttavia conferma la produzione stabile nel 2016 sul 2015 e mantiene l’acconto del dividendo a 40 centesimi. In Borsa l’accoglienza non è positiva ma il titolo è in recupero e quota 13,47 euro (-1,46%) alle 10:24.

I bassi prezzi del petrolio (-26%) sullo scenario internazionale e del gas in Italia con il conseguente rallentamento dell’Exploration&Production, il fermo in Val d’Agri per l’inchiesta della magistratura in corso, hanno fatto sentire il loro effetto soprattutto sul secondo trimestre 2016. E la crescita delle produzioni realizzata in altre aree, la riduzione dei costi e i minori ammortamenti sono riusciti solo in parte ad attenuare l’impatto negativo sul semestre.

Claudio Descalzi, amministratore delegato del Cane a sei zampe, sottolinea i lati positivi della semestrale: “In un mercato debole con primi segnali di ripresa – afferma – Eni ha conseguito risultati di rilievo. La produzione di idrocarburi supera le attese compensando il fermo delle attività in Val d’Agri e le interruzioni di produzione in Nigeria. I progetti di sviluppo mantengono le previsioni di tempo e di costo e consentiranno un incremento produttivo di oltre il 5% nel 2017. L’esplorazione, focalizzata sulle attività near-field, ha consentito di rivedere al rialzo in soli sei mesi le aspettative di nuove scoperte. Nel mid-downstream abbiamo conseguito risultati positivi in tutti i settori d’attività grazie alle azioni intraprese che continueranno come previsto. Complessivamente la strategia in atto, le azioni di ottimizzazione e la riduzione della base costi hanno consentito di compensare parte dell’effetto scenario con un beneficio sull’utile operativo di €1 miliardo. Manteniamo una struttura patrimoniale molto solida fondata sull’autofinanziamento degli investimenti ad un prezzo Brent di 50$/barile. Su queste basi confermerò la proposta al CdA di un acconto dividendo pari a €0,40 per azione.”

CONTI IN ROSSO

Eni chiude il primo semestre del 2016 con una perdita netta complessiva pari a 1,24 miliardi di euro contro l’utile di 735 milioni dello stesso periodo dello scorso anno e il secondo trimestre con una perdita di 446 milioni (da -97 milioni). Il risultato netto delle continuing operations nel semestre mostra un rosso di 830 milioni (da +1,285 miliardi) e nel trimestre di 446 milioni. Eni ricorda che, per effetto dell’interruzione delle trattative con il fondo Sk per la cessione del 70% di Versalis, il settore chimico rientra nelle continuing operations.

Il risultato netto adjusted si attesta a -270 milioni nel semestre (da utile 1,2 mld) e a -290 milioni nel trimestre.

PRODUZIONE IN CALO NEL SECONDO TRIMESTRE MA CONFERMATE STIME 2016

I dati sulla produzione di idrocarburi confermano l’impatto negativo del fermo in Vald’Agri. Si è arrivati a 1,734 milioni di barili giorno nel primo semestre, in crescita dello 0,5% ma è stato pesante il calo nel secondo trimestre (-2,2%). Escludendo l’impatto del fermo in Val d’Agri, la produzione segnerebbe un aumento del 2,4% nel semestre (+1,5% nel trimestre). L’Eni conferma comunque per l’anno la guidance di un livello produttivo stabile rispetto al 2015.

Proprio in Val d’Agri Eni ha completato l’8 luglio la modifica impiantistica richiesta dai magistrati ed è in attesa che questi verifichino la sua corretta attuazione per poi procedere al dissequestro definitivo del centro oli di Viggiano, fermo dal 31 marzo . Il 1 giugno Eni ha ricevuto da parte della Procura “la notifica dell’atto di dissequestro temporaneo finalizzato a consentire l’esecuzione di alcune modifiche non sostanziali all’impianto, volte a risolvere quanto contestato”.

In compenso nel semestre sono stati ottenuti 5 avvii rilevanti di produzione, tra cui Goliat nel Mare di Barents, dei 6 previsti a budget. Confermato un contributo da avvii/ramp-up di circa 290 mila boe al giorno per il 2016, inclusa la produzione derivante da Nooros, in Egitto. I progetti di sviluppo in corso sono confermati nei tempi e nei costi a sostegno dell’incremento produttivo di oltre il 5% nel 2017 e con un contributo equity di 500 mila boe/g nell’arco di piano. Sul fronte dell’esplorazione sono 550 milioni di boe le nuove risorse prevalentemente near-field. Rivista al rialzo la guidance ad anno intero a 600 milioni di boe di nuove risorse rispetto all’obiettivo iniziale di 400 milioni di boe.

 Per il 2016 previsto un livello produttivo stabile rispetto al 2015 grazie ai rampup e agli avvii di nuovi giacimenti in Norvegia, Egitto, Angola, Venezuela e Congo. Tali incrementi, sottolinea Eni, saranno in grado di assorbire completamente l’interruzione della produzione in Val d’Agri di circa quattro mesi, i declini di giacimenti maturi e il minore contributo di one-off produttivi, aggiunge la nota.

A DESCALZI CONTROLLO INTERNO, COMPLIANCE E VERSALIS

 Il Cda ha preso anche alcune decisioni rilevanti in materia di controllo interno e gestione dei rischi, da attuarsi a partire dal settembre. Decisioni che indicano la volontà dell’Ad di seguire direttamente la delicata e spinosa questione dei rapporti su base locale sia in Italia che con i Paesi produttori, tema delicato dal quale sono scaturite complicate inchieste giudiziarie. Nel dettaglio, la funzione di Risk Management Integrato, responsabile di supportare il management di Eni nella individuazione e monitoraggio dei principali rischi della società, passa alle dirette dipendenze dell’amministratore delegato.

Viene, poi, costituita la Direzione Integrity Compliance, con la responsabilità di presidiare le materie di compliance legale che saranno poste alle dipendenze del chief financial officer. Questa trasformazione rappresenta un passo intermedio rispetto all’assetto organizzativo finale che vedrà, entro dicembre 2016, la costituzione di una struttura responsabile della compliance di Eni posta alle dirette dipendenze dell’amministratore delegato. Infine, Descalzi assume il controllo diretto su Versalis.

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