Dopo circa 3 mesi di fermo, il Centro Oli Val d’Agri di Viggiano, in provincia di Potenza, è pronto a ripartire dopo che la giunta regionale ha approvato la delibera per la riapertura con effetto immediato. La notizia è arrivata da Matera a margine della visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Si tratta di una notizia molto positiva per Eni, che produce nel centro di Val d’Agri circa 75 mila barili al giorno di petrolio, con 27 pozzi in produzione, circa l’8,5% della produzione complessiva di petrolio (878 mila barili al giorno).
Ricordiamo che la produzione venne bloccata lo scorso 19 aprile a seguito dello stop della regione Basilicata per problemi di inquinamento nelle zone limitrofe al Centro. La regione sosteneva infatti la presenza di ingenti quantità di manganese e ferro e anche di idrocarburi policiclici aromatici in ben sette campioni prelevati dall’Arpab vicino agli impianti Eni.
Le diversi fasi operative per il riavvio e la messa a regime dell’impianto (che sarà comunque “subordinata al rispetto di prescrizioni”), durante le quali potrebbero verificarsi eventi limitatati e controllati di visibilità della fiaccola, saranno “condotte assicurando la massima salvaguardia della salute delle persone e rispetto dell’ambiente circostante“. A tal proposito – conclude l’Eni – “i parametri di qualità dell’aria saranno costantemente monitorati sia da parte delle centraline del sistema di monitoraggio Eni, sia da parte delle centraline di proprietà Arpab”.
Sul fronte internazionale, buone notizie dal Sud America. Petróleos de Venezuela (PDVSA) – la compagnia petrolifera statale venezuelana – in occasione della presentazione dell suo business plan al 2022, ha dichiarato l’obiettivo di voler aumentare la produzione dagli attuali 2 milioni a 3 milioni di barili al giorno al giorno. Si tratta senza dubbio di iun piano ambizioso, chiaramente diretto alle compagnie petrolifere estere, tra cui Eni.
La oil company venezuelana teme che, data l’instabilità interna e le voci di una possibile nazionalizzazione della joint venture tra i gruppi petroliferi esteri e Pdvsa e le sue controllate, i partner esteri decidano di uscire dal Paese. Ecco perché l’obiettivo è lanciare 146 progetti con le big oil estere, con l’obiettivo di portare a produzione il 90% delle riserve certificate del Paese nei prossimi 8 anni.