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Eni quadruplica l’utile operativo

L’Eni rivede i profitti e quadruplica l’utile operativo. Il gruppo chiude il terzo trimestre dell’anno e i primi 9 mesi con risultati in utile contro le perdite registrate un anno fa. Nel dettaglio, l’utile netto trimestrale si attesta a 344 milioni di euro (contro la perdita di 562 milioni dello stesso periodo dello scorso anno) e l’utile adjusted a 229 milioni (da -484 mln). Lo comunica la società petrolifera. Nei primi nove mesi, invece, l’utile netto tocca gli 1,327 miliardi (da una perdita di 1,39 miliardi) e quello adjusted a 1,436 miliardi. L’utile operativo adjusted è quasi quadruplicato a 950 milioni nel terzo trimestre e a 3,8 miliardi nei 9 mesi.

Secondo l’ad, Claudio Descalzi, questi risultati “sono stati raggiunti grazie ai progressi compiuti nella realizzazione della strategia. Nell’Upstream la produzione di idrocarburi è cresciuta del 7% al netto dei tagli imposti dall’Opec e dell’effetto prezzo. I business Downstream di raffinazione e chimica, raddoppiando il risultato, superano le aspettative beneficiando del nuovo assetto industriale ottimizzato in grado di cogliere le opportunità di crescita del mercato. In G&P abbiamo raggiunto il pareggio strutturale e prevediamo un risultato positivo nell’intero anno”. 

La produzione di idrocarburi di Eni è in forte crescita nel terzo trimestre, attestandosi a 1,8 milioni di boe/giorno, con un aumento del 5,4% (+3,7% nei nove mesi). Lo rende noto il gruppo precisando che al netto dell’effetto prezzo nei Psa e dei tagli Opec si registra una crescita del 7% (+6% nei nove mesi). I risultati sono dovuti al contributo da avvii e ramp-up nei nove mesi pari a 224 mila boe/giorno grazie all’ottimizzazione del time-to-market dei grandi progetti entrati in produzione nel 2017. E’ atteso un ulteriore ramp up produttivo nel quarto trimestre con target a 1,9 milioni di boe/giorno; in media nel periodo, il livello più elevato degli ultimi 7 anni, con il contributo di produzioni a elevato cash flow.

Quanto agli obiettivi, Eni conferma anche il target 2017 di nuove risorse esplorative per 0,8 miliardi di boe al costo unitario di circa 1 /barile e la produzione di idrocarburi 2017. È prevista una produzione media pari a 1,815 milioni di boe/giorno, replicando il record storico del 2010. Questo livello, precisa Eni nella nota, tenendo conto degli effetti dei Psa e dei tagli Opec è pari a una crescita del 5% rispetto al 2016.

I principali driver sono gli avvii di nuovi progetti (Indonesia, Angola e Ghana), i ramp-up dei giacimenti avviati nel 2016, principalmente in Kazakhstan, Egitto e Norvegia, nonché il restart di alcuni campi libici. I fattori contingenti, tra i quali in particolare l’interruzione dell’attività in Val d’Agri protrattasi per quasi l’intero secondo trimestre, gli effetti dei tagli Opec e alcuni one-off contrattuali del 2016, prosegue Eni, saranno compensati dalle ulteriori iniziative di ottimizzazione della produzione messe in atto e dall’avvio anticipato dei grandi progetti in Angola, Indonesia e Ghana.

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Categories: Finanza e Mercati