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Eni punta sul gas del Ghana

Dopo aver trovato il petrolio nel blocco Offshore Cape Three Points (Octp), nella regione occidentale del Paese africano, il gigante italiano dell’energia ha firmato un protocollo di intenti con il Governo di Accra per lo sviluppo e la commercializzazione delle riserve di gas scoperte nel blocco.

In Ghana non si parla d’altro. Il petrolio è sulla bocca di tutti e molti ripongono le loro speranze nell’oro nero. E al colosso energetico italiano Eni non è sfuggito. Presente in questo Paese dell’Africa subsahariana dal 2009, il cane a sei zampe ha intenzione di investirci. Oggi infatti ha reso noto che insieme alla società svizzero-olandese Vitol, il maggiore trader petrolifero indipendente nel mondo, ha firmato con il Governo del Ghana un Memorandum of Understanding (MoU) per lo sviluppo e la commercializzazione delle riserve di gas scoperte nel blocco Offshore Cape Three Points (Octp).

L’intesa dedica particolare attenzione al mercato domestico del gas, settore che nei prossimi anni vedrà una fortissima crescita nel Paese. E specialmente nella regione occidentale dove il petrolio è ricco di prezioso gas naturale che altre compagnie petrolifere hanno già iniziato a sfruttare. 

Nell’Offshore Cape Three Points block operano in joint venture Eni, con una quota del 47,222%, Vitol (con il 37,778%) e la compagnia statale Ghana National Petroleum Corporation (Gnpc) con il 15%. Il MoU definisce i principi chiave del futuro piano di sviluppo dei campi e della commercializzazione del gas prodotto. 

Eni è presente nel Paese anche nel blocco Offshore Keta e nell’Africa Subsahariana è attualmente operativa in progetti di esplorazione e produzione in Angola, Congo, Ghana, Gabon, Mozambico, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Togo, Kenya e Liberia.

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