Eni ha messo in cantiere un piano da due miliardi di euro per risollevare Versalis, la sua divisione chimica, da tempo in difficoltà (l’ultimo utile è stato registrato nel 2017). La notizia è stata anticipata da Bloomberg, e la presentazione dei dettagli del piano è attesa in concomitanza con i conti trimestrali del 25 ottobre. Il progetto punta a una profonda trasformazione, che richiederà cinque anni e prevede una transizione dai prodotti chimici tradizionali a soluzioni più sostenibili e circolari, con un maggiore valore aggiunto. Oltre agli investimenti interni, Eni mira a stringere nuove partnership e acquisire aziende strategiche, come già accaduto con Tecnofilm e Crocco, attive rispettivamente nel compounding e negli imballaggi da materie riciclate.
Il rilancio di Versalis: ecco il piano dell’Eni
Uno dei pilastri del piano è lo sviluppo della biochimica, un settore che vedrà una forte collaborazione con Novamont, già attiva nelle tecnologie per le rinnovabili. L’obiettivo intermedio è tornare in attivo nel 2026, con il pareggio dell’ebitda previsto già per il 2025. Tuttavia, il percorso è complesso e non mancano le sfide immediate: Eni stessa ha dichiarato che nel breve termine non si attendono miglioramenti significativi nelle performance economiche della chimica.
Un altro aspetto cruciale della ristrutturazione riguarda gli impianti di Versalis in Sicilia e Puglia, dove è prevista una progressiva dismissione degli steam cracker, unità che trasformano gli idrocarburi in etilene, un componente chiave per la chimica tradizionale. Questi impianti attualmente forniscono i siti del Nord Italia, ma con la loro chiusura si aprirà la necessità di ricorrere a prodotti chimici importati basati su combustibili fossili.
Le difficoltà di Versalis
Il contesto di mercato è decisamente complesso. La chimica di base è colpita da un eccesso di capacità produttiva e da una forte concorrenza internazionale, con competitor provenienti da Cina, Stati Uniti e Medio Oriente che riescono a offrire prezzi più competitivi grazie a economie di scala e costi inferiori. Non a caso, l’ultimo anno in cui Versalis ha registrato un utile è stato il 2017. Da allora, i bilanci sono stati sempre in perdita, con il secondo trimestre del 2024 che ha segnato un passivo record di 220 milioni di euro, mentre le perdite operative sono salite a 390 milioni, più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2023.
Eni aveva già preso atto delle difficoltà di Versalis nel 2023, valutando quasi a zero il valore delle Cash Generating Unit (Cgu) legate alla chimica tradizionale. Tuttavia, l’azienda è determinata a cambiare rotta, puntando sul settore della biochimica e sull’espansione verso nuovi mercati, come quello del risanamento ambientale.