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Eni, nel terzo trimestre utile netto adjusted a 1,3 miliardi. Aumento del buyback a 2 miliardi, Descalzi: “Nostro modello di business solido”

Eni, i numeri del terzo trimestre e dei nove mesi 2024: nonostante gli scenari incerti, le cifre tengono e battono le attese degli analisti. Il gruppo alza il buyback a 2 miliardi. Descalzi: “Dimostrato ancora la solidità del nostro modello di business”

Eni, nel terzo trimestre utile netto adjusted a 1,3 miliardi. Aumento del buyback a 2 miliardi, Descalzi: “Nostro modello di business solido”

Eni chiude il terzo trimestre e i nove mesi del 2024 con risultati che, nonostante gli scenari incerti e le flessioni, riescono comunque a reggere e a battere le attese degli analisti. Dopo la vendita del 25% del capitale di Enilive al fondo Kkr, il cda del gruppo approva numeri – si spiega – legati ad un “più debole contesto operativo”. Tuttavia, la “resilienza dei risultati finanziari” riflette “la solidità del modello di business“. Stamani in apertura di Borsa il titolo resiste.

E dunque, nel terzo trimestre il gruppo ha conseguito l’utile operativo proforma adjusted di 3,4 miliardi (-14%), l’utile netto adjusted di 1,27 miliardi (-30%) e un utile netto di 522 milioni. Nei 9 mesi l’utile operativo si attesta a 11,62 miliardi, l’utile netto adjusted a 4,372 miliardi e l’utile netto a 2,394 miliardi. La produzione di idrocarburi nel terzo trimestre è aumentata del 2% a 1,661 milioni di boe al giorno e nei 9 mesi è cresciuta del 4% a 1,704 milioni. Per il 2024 Eni conferma l’obiettivo di produzione di idrocarburi annuale prevista a circa 1,70 mln di boe/g e rivede al rialzo il risultato del Ggp con l’ebit atteso a 1,1 miliardi.

Eni, i dettagli su terzo trimestre e nove mesi del 2024

Nel terzo trimestre 2024, il settore Exploration & Production, dettaglia Eni nel comunicato, ha conseguito l’utile operativo proforma adjusted di 3,2 miliardi sostenuto dalla crescita di nuovi progetti a più elevata redditività, dall’efficace esecuzione e dal controllo dei costi, nonostante l’indebolimento del Brent e l’apprezzamento dell’euro abbiano influenzato sia il confronto con il trimestre dell’anno precedente sia quello sequenziale (-5% e -9%, rispettivamente). Solido livello produttivo (+2% dal 2023),nonostante il calo sequenziale (-3%) che ha risentito delle manutenzioni nel Mare del Nord, degli uragani nel Golfo del Messico, dei disinvestimenti e della minore attività in Libia.

A seguito dell’approvazione della nuova struttura organizzativa di Eni da parte del cda, il gruppo prevede di rivedere la propria segment information per il reporting finanziario a partire dal quarto trimestre 2024. Le variazioni previste sono immateriali. Nel terzo trimestre 2024 il settore Ggp ha conseguito l’utile operativo proforma adjusted di 0,25 miliardi, +65% rispetto al trimestre 2023, per effetto dell’ottimizzazione del portafoglio gas e Gnl.

Eni: i numeri di Enilive e Plenitude

Enilive ha conseguito l’utile operativo proforma adjusted di 0,18 miliardi sostenuto dalla performance del marketing, parzialmente compensata dalla riduzione dei margini dei biocarburanti. Nel terzo trimestre Plenitude ha ottenuto l’utile operativo proforma adjusted di 0,13 miliardi, in lieve riduzione rispetto al trimestre 2023, per effetto della più accentuata stagionalità del business e della riduzione delle vendite di gas che riflettono il trend della domanda. L’utile operativo proforma adjusted di Refining ammonta a 0,03 miliardi, in riduzione sia nel confronto con il trimestre precedente sia su base sequenziale, a causa del significativo deterioramento dello scenario (il margine Serm in calo di oltre l’80% nel trimestre). La chimica ha registrato ulteriori perdite (0,2 miliardi) per effetto dell’ininterrotta contrazione dell’industria a causa della debole domanda, della pressione competitiva e dei costi energetici più elevati in Europa rispetto ad altre geografie.

Nei nove mesi 2024 il flusso di cassa operativo adjusted prima del capitale circolante è stato pari a 10,7 miliardi, ampiamente superiore al fabbisogno per gli investimenti organici di 6,1 miliardi. Il free cash flow organico di 4,6 miliardi ha finanziato la remunerazione degli azionisti di 3,4 miliardi e unitamente agli incassi da dismissione di 1,7 miliardi ha consentito di contenere l’indebitamento finanziario netto a 12 miliardi, considerando l’acquisizione di Neptune. Il rapporto di leva di 0,22 è in linea con il secondo trimestre, posizionandosi nell’intervallo obiettivo di 0,15-0,25 del piano 2024-27.

Eni, il settore della chimica: ecco le cifre

Nel terzo trimestre 2024, il settore della chimica di Eni gestito da Versalis ha riportato una perdita operativa proforma adjusted (ebit) di 0,193 miliardi di euro, in leggera riduzione (-3%) rispetto alla perdita del terzo trimestre 2023. Nei nove mesi 2024, la perdita proforma adjusted è stata di 0,583 miliardi, contro 0,377 miliardi nei primi nove mesi del 2023. La chimica è l’unico settore in perdita nella trimestrale di Eni.

Eni accelera il piano di buyback

Nel terzo trimestre 2024 Eni prevede un dividendo di 1 euro per azione per l’esercizio 2024, che rappresenta un aumento del 6% rispetto al 2023; la seconda rata trimestrale del 2024 di 0,25 euro per azione sarà pagata il 20 novembre 2024 con data di stacco cedola il 18 novembre 2024. È quanto si legge nella nota con cui il gruppo ha annunciato i risultati del terzo trimestre e dei primi nove mesi del 2024. Considerando inoltre che il piano di dismissione sta procedendo “meglio delle nostre aspettative iniziali”, Eni conferma “l’aumento del piano di buyback 2024, che ora è atteso pari a 2 miliardi, +25% rispetto alla guidance precedente di 1,6 miliardi e +80% rispetto al piano annuale originale. Questo – si sottolinea – incrementerà il ritorno totale di cassa agli azionisti a circa il 38% del Cffo”.

Eni: “Confermate le aspettative”

Sono “riconfermate le aspettative sui risultati consolidati di gruppo, al netto degli effetti di scenario, e la previsione di investimenti”, si legge nella nota diramata da Eni. I risultati consolidati allo scenario Eni – cioè considerando un valore di Brent su base annua rivisto a 83 dollari/bbl e le altre variabili, come il dollaro Usa più debole o la flessione del Serm – il management prevede un Ebit proforma adjusted di gruppo per l’anno in corso e il Cffo adjusted ante variazione del capitale circolante pari rispettivamente a 14 miliardi e a 13,5 miliardi di euro. Gli investimenti organici sono attesi ad un valore inferiore di 9 miliardi, mentre quelli al netto delle dismissioni sono confermati ad un valore inferiore ai 6 miliardi su base proforma.

Eni, cosa ha detto Descalzi

“Nel terzo trimestre abbiamo ancora una volta dimostrato la solidità del nostro modello di business grazie a un portafoglio di attività caratterizzate da crescenti vantaggi competitivi, alla rigorosa disciplina adottata nei costi e negli investimenti, e ai continui progressi nell’esecuzione della nostra strategia di crescita e di creazione di valore, conseguendo risultati migliori delle aspettative. Le performance di cassa e di redditività sono state eccellenti in un contesto operativo meno favorevole”. Lo afferma l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, commentando i risultati di bilancio e operativi del terzo trimestre.

“Il rapporto di leva – prosegue Descalzi – è rimasto stabile al 22%, mentre abbiamo accelerato il ritmo di esecuzione dei riacquisti di azioni. I progressi strategici attraverso il nostro portafoglio sono evidenti. Abbiamo aumentato la produzione upstream e nel contempo stiamo investendo nella successiva fase di crescita, per esempio conseguendo l’approvazione del piano di sviluppo dei nostri grandi progetti in Indonesia”.

Accordo tra Eni e Seri per le batterie

Eni e Seri Industrial, azienda attiva nel settore degli accumulatori di energia, hanno definito un accordo per il potenziale sviluppo della filiera industriale delle batterie elettrochimiche al litio-ferro-fosfato, per applicazioni storage e per mobilità elettrica industriale e commerciale. Lo rende noto Eni con un comunicato. L’intesa esplora la possibilità di costituire una società compartecipata per realizzare nel sito Eni di Brindisi un impianto di produzione accumuli di energia elettrica di tipo stazionario, una linea di produzione di materia attiva, input del processo produttivo, e di riciclo delle batterie, che affiancherà un impianto analogo in corso di realizzazione da Fib, società controllata da Seri Industrial, nella provincia di Caserta.

Le attività di ricerca e sviluppo, di approvvigionamento e commerciali saranno gestite in maniera integrata con l’impianto di proprietà di Seri Industrial nel casertano. “Questa iniziativa potrà costituire un importante passo per uno sviluppo industriale, in particolare nelle regioni del Sud Italia, coerente con un sistema energetico sostenibile”. Le batterie stazionarie sono indispensabili alla rete elettrica per superare il limite strutturale di programmabilità e di intermittenza delle fonti rinnovabili, favorendone quindi la diffusione. L’intesa, verificate e negoziate tutte le condizioni, potrà svilupparsi in successivi accordi vincolanti, rafforzando la posizione di Seri Industrial nella catena del valore delle batterie e consentendo a Eni di sviluppare una nuova iniziativa di trasformazione industriale a sostegno della transizione energetica.

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