E’ stato l’anno della ripresa il 2021 per il gruppo Eni, dopo i mesi bui del 2020, colpito dalla pandemia. Il gruppo energetico ha registrato lo scorso anno il miglior risultato dal 2012 e nel quarto trimestre profitti migliori delle attese, sostenuti dalla ripresa economica e dall’aumento dei prezzi di gas e petrolio. La proposta di dividendo 2022 è stata confermata.
Profitti netti consolidati quarto trimestre a 2,1 miliardi
I profitti netti consolidati del sono stati di 2,11 miliardi di euro nel trimestre terminato a dicembre contro i 50 milioni di un anno prima, superando anche il consensus che li vedeva limitati a 1,94 miliardi, e con un incremento del 47% rispetto al terzo trimestre 2021, grazie anche a una crescita della produzione dell’1% a 1,737 milioni di barili al giorno.
Il confronto con i corrispondenti reporting period 2020 – quando la pandemia aveva portato a un collasso della domanda di energia e dei prezzi – evidenzia recuperi di ampie proporzioni: +2,1 miliardi e +5,5 miliardi rispettivamente rispetto al quarto trimestre e all’esercizio 2020, afferma l’Eni.
“Il 2021 è stato un anno di conferma della efficacia della strategia che abbiamo lanciato fin dall’inizio della pandemia, e che ci ha permesso in pochi mesi di riportare la struttura patrimoniale a livelli pre-crisi e, nel contempo, di rafforzare il nostro piano di transizione” ha detto Claudio Descalzi, Ad di Eni nel comunicato diffuso per presentare i dati di bilancio.
Utile netto adjusted 2021 a 4,74 miliardi, il più alto dal 2012
Nell’intero anno Eni ha registrato un utile netto adjusted di 4,74 miliardi, il più alto dal 2012, quando il Brent superò 110 dollari al barile, in netta risalita rispetto alle perdite per 758 milioni registrate nel 2020, “per effetto della performance operativa, dei migliori risultati delle partecipazioni all’equity e per il sensibile recupero dello scenario upstream”, precisa il comunicato.
Grazie alla forte ripresa economica l’EBIT consolidato è risultato di 9,7 mld, superiore di 7,8 miliardi rispetto al 2020 (+400%).
Bilancio Eni 2021: il flusso di cassa riduce il debito
Nel corso del 2021 Eni ha realizzato un flusso di cassa di 12,7 miliardi che ha consentito di avere disponibili 7,6 miliardi di free cash flow organico, con i quali il gruppo ha coperto il pagamento dei dividendi e il buy-back già ritornati a livelli pre-pandemia (2,8 miliardi in totale), la manovra di portafoglio a sostegno dei business della transizione (2,1 miliardi) e ha permesso di ridurre il debito netto di 2,6 miliardi rispetto al 31 dicembre 2020 portandolo 9 miliardi, così che il rapporto d’indebitamento scende al 20%, rispetto al 31% dell’anno precedente.
A dicembre si è concluso il programma di riacquisto di azioni proprie per 400 milioni, avviato in agosto con l’acquisto complessivo di 34,11 milioni di azioni. E’ stata inoltre confermata la proposta di dividendo 2021 già annunciata al mercato di €0,86 per azione, di cui €0,43 versati in sede di acconto a settembre 2021.
Punti di forza futuri: Plenitude, Var Energi e jv con Bp in Angola
Nella strategia di Eni – si sottolinea nel comunicato – ci sono la trasformazione del portafoglio per estrarre valore dal business, l’ottimizzazione del costo del capitale e la massimizzazione della crescita. “La quotazione di Plenitude, che integra rinnovabili, clienti e e‐mobility, ci consentirà di raggiungere gli obbiettivi di riduzione delle emissioni scope 3 dei nostri clienti domestici. Anche il portafoglio upstream rimane una importante leva di creazione di valore per la transizione energetica, come dimostra il successo della quotazione di Vår Energi presso la borsa norvegese, la più grande Ipo di una società Oil&Gas da oltre un decennio, e la prossima creazione insieme a BP di un veicolo strategico in Angola che combinerà le operazioni dei due partner”.