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Eni indagata dalla Sec per presunte irregolarità nei contratti firmati con Gheddafi

Eni rischia di essere sanzionata dalla Sec, l’equivalente statunitense della Consob. Secondo il Wall Street Journal l’autorità garante americana  avrebbe chiesto a Eni, Total e Marathon Oil informazioni sulle loro attività in Libia nel periodo tra il 2008 e il 2011. In caso di attività riconosciute come illegali, le società coinvolte – riporta il quotidiano citando autorità libiche – saranno colpite da sanzioni che potrebbero rivelarsi molto pesanti per le società. La notizia arriva proprio nel momento in cui il cane a sei zampe stava rilanciando la propria attività estrattiva in Libia, dopo il lungo stop causato dalla guerra, guidata dagli Usa, che ha disarcionato il raìs Gheddafi dal potere. 

Tutto è nato proprio da un’inchiesta aperta dal governo libico, sostenuto dagli Usa dopo la caduta del raìs. Nelle indagini si è cercato di fare luce sui legami tra Gheddafi e compagnie petrolifere straniere. Il governo, ha spiegato il 9 aprile uno degli investigatori, Salem Qanan, ha chiesto la opportuna documentazione alla Noc, la compagnia petrolifera nazionale: per gli inquirenti esistono non meglio precisate “ragioni” per sospettare sui contratti siglati durante l’era Gheddafi, in particolare con le compagnie influenzate dal figlio del rais, Saif al-Islam.

Stamane il titolo in Borsa di Eni perde oltre il 2%, in linea con l’andamento generale del listino. 

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