Eni, a sostegno dei propri obiettivi di decarbonizzazione, ha scelto da tempo di collaborare attivamente con le più interessanti start up e scale up internazionali. Ad affermarlo è Dario Pagani, Responsabile Digital & Information Technology. L’inaugurazione dell’Innovation Outpost a San Francisco ne è una testimonianza.
Sono 44 le aziende europee che hanno un “innovation outpost” nella Silicon Valley. Gli scopi? Intercettare i trend tecnologici e di mercato, accelerare lo sviluppo di prototipi e modelli di business innovativi, oltre che identificare partner strategici con cui avviare accordi commerciali o fare investimenti/acquisizioni.
L’Italia ora ha tre postazioni, (Eni, Luxottica ed Enel). “Le aziende che decidono di aprire un innovation outpost nella Silicon Valley possono beneficiare di un osservatorio privilegiato sull’ecosistema numero uno al mondo dove nascono tutte le next big things“, ha commentato Alberto Onetti, Presidente di Mind the Bridge.
La Fondazione Mind the Bridge (MtB) è un’iniziativa non-profit nata nel 2007 da un’idea di Marco Marinucci, manager di Google. Mission della Fondazione è quello di promuovere in Italia un ecosistema imprenditoriale sostenibile, etico, altamente professionale, aperto all’internazionalizzazione e e improntato al merito e all’eccellenza. A tal fine Mind the Bridge è finanziata da fondazioni, società, imprese e donor e lavora in partnership con gli attori più significativi del sistema pur conservando una assoluta autonomia di azione.
L’open innovation outpost di Eni, ospitato presso l’innovation center di Mind the Bridge, è situato nel più prolifico ed effervescente polo di attrazione per start up al mondo; non a caso, secondo una recente ricerca, più di 300 delle aziende Fortune500 hanno deciso di stabilire qui una presenza stabile.