I conti di Eni nel terzo trimestre 2011 sono stati pesantemente condizionati dalla situazione in Libia, soprattutto per quanto riguarda la produzione di idrocarburi. Essa ha, infatti, evidenziato una flessione del 13,6% rispetto all’analogo periodo del 2010 a causa della perdita di output libico dovuta all’interruzione delle attività nel Paese. L’andamento è stato penalizzato anche dai minori entitlement nei contratti di Production sharing agreement causati dalla crescita delle quotazioni del petrolio con un impatto negativo di -37mila barili al giorno nel terzo trimestre del 2011. La società ha comunque conservato una buona performance, grazie soprattutto all’incremento registrato in Norvegia, Egitto e Italia.
Le vendite di gas nel trimestre sono state di 17,96 miliardi di metri cubi, con una perdita del 3,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La situazione ha risentito della “pesante flessione dei ritiri – spiega una nota della società – da parte degli importatori in Italia (-70,1%) a causa dell’indisponibilità del gas libico”. Nell’arco dei nove mesi, invece, le vendite hanno mostrato un aumento del 4,4%, garantito dalle nuove quote di mercato conquistate in Italia e dalla crescita complessiva nel panorama europeo che è riuscita a compensare i ritiri degli importatori dal nostro Paese.