Tutti assolti. La seconda Corte d’Appello di Milano ha ribaltato la sentenza di primo grado nel processo di appello che coinvolge Eni e Saipem sul caso riguardante del pagamento di presunte tangenti per 197 milioni in Algeria.
I giudici hanno assolto Saipem, che era stata condannata in primo grado, e i suoi ex dirigenti perché ‘il fatto non sussiste’. Dichiarato inammissibile il ricorso della procura di Milano contro l’assoluzione di Eni in primo grado (che viene dunque confermata). La società del cane a sei Zampe era imputata per la legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti. Confermata infine l’assoluzione per l’ex ad di Eni Paolo Scaroni e per il manager Antonio Vella.
La Corte ha anche revocato la confisca da 197 milioni di dollari a carico di Saipem. La somma era pari alla presunta tangente che, secondo l’accusa, Saipem avrebbe pagato per ottenere contratti da 8 miliardi di euro nel Paese nordafricano.
“È una sentenza storica. Finalmente viene fatta giustizia dopo 8 anni di massacro giudiziario” afferma l’avvocato Enrico Giarda, legale di Saipem. “Ora aspettiamo le motivazioni”, ha aggiunto il legale. “Non ce lo aspettavamo ma ci speravamo perché sono anni che sosteniamo l’assoluta estraneità di Saipem dall’accusa di corruzione internazionale’”, ha concluso l’avvocato.
Sulla stessa linea le dichiarazioni dell’avvocato di Scaroni, Enrico De Castiglioni: “È una sentenza che ha fatto giustizia per il mio assistito, già assolto dal Gup e dal tribunale in primo grado. Credo che si possa mettere la parola definitiva ‘fine’ a questa vicenda”.