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Eni, Descalzi: “Non siamo avvelenatori”

L’ad del colosso energetico italiano chiarisce: “Sull’inchiesta dei pm di Potenza siamo tranquilli e vogliamo che venga fatta luce” – “Lo stop alle attività estrattive avrà un impatto” – Trattative in corso per cedere una quota dei giacimenti di Zohr in Egitto e dell’area4 in Mozambico. Il cfo Mondazzi apre alla cessione della divisione Gas & Power – Fitch taglia il rating di Eni ad A-.

Eni, Descalzi: “Non siamo avvelenatori”

Lo stop alle attività estrattive in Basilicata avrà un impatto nel breve sull’attività di Eni, ma non spaventa la compagnia. A dirlo è l’amministratore delegato della compagnia Claudio Descalzi, commentando l’inchiesta dei pm di Potenza su un presunto smaltimento illecito dei rifiuti in val d’Agri, a margine dell’Investor Day: “la produzione è di circa 70mila barili e noi abbiamo il 60%” in Val d’Agri”.

L’importante, però, l’ad di Eni “non è riprendere la produzione ma capire cosa è successo; quando si parla di sicurezza ambientale non mi preoccupo di produzione, voglio capire cosa è successo”. L’inchiesta, che ha portato anche all’arresto di cinque persone, non preoccupa Descalzi: “con tutto il rispetto dovuto e la collaborazione con la magistratura che sta indagando, dal punto di vista Eni siamo assolutamente tranquilli. Io spero che si faccia luce e collaboreremo”.

“Quello che mi indigna di più – ha proseguito l’Ad di Eni – à quando si dice che siamo avvelenatori perché viene detto in modo strumentale e superficiale. Chi lo dice senza conoscenza, avvelena il sistema industriale e sociale. E’ una cosa che mi fa arrabbiare”.

Descalzi ha evidenziato il grande impegno di Eni sull’ambiente e la sicurezza delle acque: “Abbiamo fatto verifiche e analisi sulle acque, abbiamo fatto grossi investimenti per il trattamento di queste acque. Dal 2009 al 2015 abbiamo investito in Italia 14 miliardi di cui 4,2 miliardi, il 25% investiti in sostenibilità, ambiente e sicurezza; nei prossimi 4 anni investiremo 8 miliardi. Sulla qualità dell’acqua siamo tranquilli”. Per chiudere sull’argomento dell’inchiesta l’Ad di Eni ha chiarito di non aver parlato “con l’azionista di riferimento su questa cosa specifica”. 

A riguardo della possibile trattativa con Exxon per cedere una quota del giacimento in Mozambico, Descalzi ha commentato così: “Non possiamo parlare di negoziati che vengono da rumor di stampa”. In ogni caso, ha chiarito, i tempi per le cessioni “sono più avanti in Mozambico che in Egitto”.

L’ad di Eni ha speso parole positive per l’attuale Governo: “Credo che sia credibile. Sta facendo il massimo per sbloccare una situazione industriale super bloccata”.

A parlare, però, è stato anche il cfo del gruppo Massimo Mondazzi, che ha aperto le porte alla possibilità di cedere la divisione Gas & Power della compagnia per ottenere maggiore flessibilità finanziaria: “Come avevamo già detto nei mesi scorsi, abbiamo deciso che c’è ancora del valore da estrarre dal gas retail prima di eventuali decisioni di portafoglio. La vendita resta comunque coerente con il piano che ci siamo dati. Eventualmente, se avessimo bisogno di maggiore flessibilità, l’accelerazione della cessione del retail equivarrebbe a scegliere un timing differente per una decisione già presa”.

Intanto l’agenzia Fitch ha tagliato il rating del gruppo Eni da A ad A- per il debito a lungo termine, con outlook “stabile”. Sul declassamento della compagnia pesano i prezzi del petrolio più bassi che, secondo Fitch, si attesteranno a 35 dollari a barile per il 2016. Per l’agenzia di rating restano, inoltre, “difficoltà nelle divisioni Gas and power e Refinining and marketing”.

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