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Eni, Descalzi: “Investitori Usa soddisfatti. In Iran solo con nuovi contratti”

FIRSTonline

Gli investitori di Eni sono “contenti e soddisfatti” e per il gruppo petrolifero italiano “il trimestre va bene”. Parla l’ad Claudio Descalzi da New York dove ieri ha incontrato BlackRock – un investitore “importante” – e dove oggi avrà una giornata piena di ulteriori meeting con, tra gli altri, Lazard. Sul ritorno del Cane a sei zampe in Iran, aggiunge, si farà solo se cambiano i contratti di fornitura.

Oltre a parlare di “quello che stiamo facendo, degli investimenti, dei progetti, del trend del petrolio e del gas”, ha spiegato Descalzi alla stampa italiana prima di andare a ritirare il premio Corporate Social Responsibility 2015 della Foreign Policy Association, l’impressione generale che il il gruppo incassa è positiva: gli investitori “hanno giudicato fin troppo bene” il bilancio 2014 e la trimestrale e “hanno giudicato benissimo – di questo siamo un po’ sorpresi – il taglio del dividendo”, un’operazione quest’ultima vista come “chiara e netta”. Stando a Descalzi, gli investitori “apprezzano la ristrutturazione e rifocalizzazione del business. Adesso non dobbiamo solo ristrutturare – abbiamo ridotto i costi, abbiamo ottimizzato la raffinazione – ma mettere in produzione i nostri progetti”. Il riferimento è soprattutto al progetto Perla in Venezuela, atteso “a fine giugno”, e “ancor piu’ importante a fine luglio il progetto Goliat” nel Mare di Barents.

Sulle prospettive in medio Oriente,  Descalzi ha aggiunto che “con il contratto attuale difficilmente Eni, cosi’ come qualsiasi altra grande compagnia, andra’ in Iran”. La domanda che gli era stata rivolta riguardava le prospettive dei rapporti con Teheran alla luce dell’accordo sul nucleare che implicherebbe l’allentamento delle sanzioni a carico della nazione mediorientale. “Onestamente le sanzioni contano molto poco. Bisogna prima capire come verranno tolte. Poi con il contratto attuale non torneremo, altrimenti vedremo”.

 Altro argomento cruciale, la Libia: un’operazione militare in Libia “penso sia da evitare” e comunque dovrebbe verificarsi con il via libera dell’Onu e dei libici. Un intervento militare “c’e’ gia’ stato e non credo sia stato positivo”. L’a.d. del gruppo petrolifero italiano spera in un “accordo diplomatico” che si possa chiudere “nei prossimi mesi”, anche grazie al contributo dell’inviato speciale delle Nazioni Unite Bernardino Leon. E’ lui, dice Descalzi, ad “avere fatto incontrare gruppi che non parlavano da anni…Italia e Ue lo hanno appoggiato. Lasciamolo lavorare”. Descalzi si dice “ottimista e positivo nel medio e lungo termine”. Secondo l’a.d. “negli ultimi 4-5 mesi la situazione sta migliorando” ma c’è “una forte necessità di dialogo e le due fazioni hanno iniziato a parlare. Purtroppo poi ci sono stati gli attentati. Ciò significa che il dialogo non piace”. Quello che per il numero uno di Eni “preoccupa di più- noi e i libici – è l’Isis”. Per Descalzi, la Libia è un “nodo fondamentale tra Europa, Mediterraneo e Africa”. Per questo “è interesse di tutti, dei mediorientali e degli europei, che la situazione si risolva” anche perché “l’Italia è in prima linea”.

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Categories: Finanza e Mercati
Tags: Eni