“L’incertezza geopolitica è nel conto. Bisogna riuscire a lavorare anche con l’incertezza geopolitica: in Libia abbiamo pensato diversamente da altri di lavorare nel gas e investire nel gas per la Libia. Adesso diamo più di 4 miliardi di metri cubi di gas all’anno per la produzione elettrica libica, questo ci ha dato un plus importante. In Egitto ci siamo dal 1955, abbiamo investito, abbiamo trovato molto gas, stiamo confermando le date della prima produzione per la fine del 2017 e questo progetto prende sempre più valore, più corpo e più forza”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, in un’intervista con il Sole 24 Ore nel dopo mercato al New York Stock Exchange, dove si trovava per celebrare i 20 anni del collocamento del titolo Eni in Borsa a New York: “Per noi il mercato americano è molto importante, penso rappresenti circa il 40% del capitale ed è in crescita”.
Descalzi ritiene dunque che ci sia un momento positivo in Libia: “C’è un governo che sta facendo delle cose che prima non si facevano, Il Paese ha ritrovato un governo, anche se giovane, che può essere la risposta al terrorismo internazionale e all’Isis”, ha detto il numero uno del cane a sei zampe, evitando di prendere posizione sulle sanzioni contro la Russia ma ammettendo i rischi geopolitici: “L’incertezza geopolitica fa parte del nostro mestiere, in tutti i posti in cui siamo ci sono anche i nostri concorrenti. Non siamo da soli, a parte la Libia dove spero che altri, inclusi i francesi, tornino”.
Entro un paio di mesi l’Eni potrebbe poi chiudere il negoziato per la vendita di un pacchetto della Versalis ed entro la fine dell’anno si spera di chiudere l’operazione per la cessione parziale dei giacimenti di gas in Mozambico, mentre per le vendite dei nuovi giacimenti scoperti in Egitto l’orizzonte può arrivare fino a un paio d’anni. “Ci sono trattative e stiamo discutendo – ha detto De Scalzi – spero che per il Mozambico si riesca a fare qualcosa entro la fine dell’anno. Questo perché nella nostra visione strategica nel settore dell’esplorazione si entra con grosse quota che vengono poi ridotte per contenere l’esposizione, ridurre gli investimenti e anticipare la cassa. Questa è una parte della nostra strategia. Gli investitori se lo aspettano, e noi cerchiamo di non deluderli. Le due dismissioni importanti, una in Mozambico l’altra in Egitto, ci saranno. Detto questo abbiamo questo tempo per poterle fare perchè abbiamo annunciato un periodo di un biennio. Del resto quando si vende e quando si dismette bisogna farlo con calma perché non bisogna buttare via opportunità e soldi e fare passi sbagliati”.
Descalzi è anche intervenuto su Brexit, visto che è tra i 51 firmatari della lettera di manager dell’European Round Table of Industrialists, a favore del No al referendum (cioè a favore della permanenza del Regno Unito nell’Ue): “L’Unione europea è più forte insieme, soprattutto dal punto vista energetico. Serve una Ue unita”.