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Eni, Descalzi: “Il crollo petrolio non preoccupa, taglio Opec a primavera”

L’amministratore delegato del Cane a Sei Zampe: “Viviamo la caduta dei prezzi senza panico, è un’opportunità. Siamo protetti da un break even a 45 dollari”. Dividendo al sicuro. E per il 2015 vede prezzi in risalita a 66-75 dollari

Eni, Descalzi: “Il crollo petrolio non preoccupa, taglio Opec a primavera”

 Il petrolio crolla, ma Eni ha le spalle sufficientemente forti per guardare al bicchiere mezzo pieno. E vede un taglio delle quote Opec a primavera. “Il traumatico calo del prezzo del petrolio che stiamo vivendo ci sveglia e ci aiuta” afferma l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, in occasione del convegno di presentazione del World Energy Outlook dell’Aie, l’Agenzia internazionale per l’energia.

“Non viviamo questo momento con panico o preoccupazione, ma può essere visto come una opportunità – precisa Descalzi – e un momento di salute, come quando si fa una dieta dopo che si è mangiato tanto per anni”.”Negli ultimi 50 anni – ha premesso Descalzi commentando la caduta dei prezzi del petrolio – ogni 10 anni c’è stata una crisi; abbiamo avuto due bolle di petrolio con offerta e caduta del prezzo. Ci siamo abituati e quasi tutte le società sono abituate”. L’ad di Eni nel sottolineare come la caduta può essere “un’opportunità” ha evidenziato come “anni di petrolio a 100 dollari ci fanno diventare grassi e svogliati. Questa caduta ci sveglia e ci aiuta”. Quanto alle mancate previsioni di questo crollo dei prezzi, Descalzi ha spiegato che “era stato previsto un calo, noi avevamo assunto uno scenario di 90, abbiamo però perso 40 dollari a fronte della perdita prevista di 20 dollari. Come era accaduto per il gas, la crescita dello shale oil Usa ci ha sorpreso”.

Secondo l’AD della major italiana “ci potrebbero essere tagli Opec nella prossima primavera, dopo che per la prima volta l’organizazione non ha risposto alla variazione dei prezzi”.”Per il 2015 mi aspetto un prezzo fra 66/75 dollari che riprenderà gradualmente dal 2016 anche perchè ci potrebbe essere una ripresa cinese (dell’economia), ma non in Europa”, ha concluso.

Descalzi inoltre mette in evidenza, a sostegno di Eni, l’arma del break even. “Abbiamo un break even a 45 dollari, eravamo abituati a 120 dollari. E’ come quando ti riducono lo stipendio, non sei contento ma vai avanti lo stesso”. Così l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi parla della posizione di Eni in questa fase di prezzi del petrolio scivolati a 60-65 dollari al barile. “Eni da un punto di vista di asset e industriale soffre ma riusciamo a vivere: abbiamo un break even che ci protegge, siamo in Paesi in cui siamo da molto tempo e anche noi ci stiamo concentrando su maggiore efficienza”.

L’Ad Eni ha voluto poi rassicurare gli investitori sul dividendo. Nonostante l’impatto del tracollo dei prezzi del greggio sia quantificabile in “90-100 milioni di euro per ogni dollaro in meno in ragione d’anno, il nostro obiettivo è molto focalizzato sul dividendo, è la nostra priorità per dare visibilità agli investitori nel lungo termine. Il dividendo è prioritario e cercheremo di costruire un conto economico che sia in grado di accomodare il dividendo.

Infine Saipem. Il contratto di Saipem per South Stream “è importante; ha delle regole che devono essere rispettate, è un problema che vedrà Saipem con South Stream” ha detto Descalzi. “Per quanto riguarda Eni e l’Italia – ha aggiunto – da South Stream non venivano forniture aggiuntive. Abbiamo contratti definiti sui quantitativi di gas per Eni e, quindi, per l’Italia e non ci sono conseguenze”.

Il titolo Eni quota 14,74 (+0,55%) intorno alle 12,30.

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