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Eni, Descalzi conferma obiettivo quotazione di Enilive e Plenitude che da sole valgono più di 20 miliardi

Imagoeconomica

L’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi ha confermato che la quotazione in borsa di Enilive e Plenitude resta un obiettivo e ha aggiunto che su Enilive potrebbe essere raggiunto a breve un accordo con Kkr, che sta trattando con Eni per l’acquisto di una quota di minoranza.

Descalzi ha dichiarato nel corso dell’Energy Summit del Sole 24 Ore che la società punta per Enilive a “finalizzare questa valorizzazione e speriamo di farlo brevemente” con la cessione di una quota di minoranza a Kkr tra il 20% e il 25%, “che porterebbe Enilive allo stesso livello di Plenitude”.

Le due società da sole valgono più di 20 miliardi

Altri potenziali partner potrebbero cercare di entrare nel capitale di Plenitude Capital, ma l’obiettivo è un’Ipo per entrambe le società, che valgono più di 20 miliardi di euro.

Per il numero uno di Eni si tratta di avere “delle società che prima non esistevano, con dei business affogati in un’Eni molto più grossa mentre adesso sono basati sul retail come componente valore ma hanno anche bio e rinnovabili“. “Vuol dire avere due società che da sole valgono più di 20 miliardi, quindi questo è un processo che speriamo vada avanti. Poi i passi successivi sono cercare di capire se c’è spazio per ancorarci a ulteriori partner strategici, visto che c’è una domanda molto alta e questa potrebbe essere una cosa che facciamo e dobbiamo valutarla anche con i nuovi partner”

Il tempo delle sole regole per la transizione energetica è finito

Parlando di attualità, Descalzi ha affermato che “l’Europa non si deve più illudere. E non deve più illudere. Come emerge dall’ampiezza e profondità del Rapporto Draghi, la transizione energetica è vitale e irreversibile, è alla base dello sviluppo futuro del Continente ma deve essere condotta da una regia che contemperi abbattimento delle emissioni, sicurezza energetica e competitività, consentendo agli attori libertà strategica per raggiungere gli obiettivi comuni. Il tempo di indicare per legge i target e, soprattutto, gli strumenti per arrivarci, tramite regolamentazioni ‘a prescindere’, è finito: ce lo sta dicendo la storia recente, con una velocità di accadimenti e con una intensità forse senza precedenti”.

Secondo il manager, pubblico e privato devono lavorare insieme “su soluzioni molteplici di trasformazione industriale e abbattimento delle emissioni, costruendo business profittevoli, evitando pericolose semplificazioni e approcci ideologici, tenendo costantemente allineate le evoluzioni dell’offerta e della domanda e dando alla transizione il tempo che serve, perseguendo la prioritizzazione di azioni e impieghi tecnologici in base a tempi, costi e adeguamento della domanda”.

Per l’ad di Eni, Claudio Descalzi, se l’Europa vuole fare delle transizione una fonte di crescita deve adottare un approccio pragmatico. “Se si continuano a fare titoli e non si fa sostanza e si continua a parlare invece di fare cose, e si considera che l’industria sia un fardello e si pensa di fare solo i commercianti e vendere e comprare prodotti, allora non si va molto lontano”

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