Il modello satellitare si è dimostrato essere il più idoneo per Eni, che prosegue nella sua politica di aggregazioni. Per il colosso energetico italiano guidat da Claudio Descalzi, si chiude il cerchio attorno agli asset Uk, già indicato lo scorso aprile in occasione della trimestrale: si completa cioè l’aggregazione della quasi totalità dei propri asset di esplorazione e produzione situati nel paese con gli asset di Ithaca Energy. Ne vengono eslcusi solo gli asset situati nell’East Irish Sea e quelli legati ai progetti di Cattura e Stoccaggio della CO2 (CCUS) in capo a Eni UK Business. A fronte di tale aggregazione, Eni UK riceve azioni ordinarie di Ithaca di nuova emissione rappresentative di una partecipazione pari a circa il 38,7% del capitale sociale di Ithaca.
L’accordo, che ha già ottenuto il via libera delle autorità antitrust, non sostiene il titolo di Ithaca Energy, che perde l’1% a Londra, mentre le azioni di Eni in tarda mattinata sono in lieve rialzo dello 0,69% a Piazza Affari.
Il valore dell’accordo è di 754 milioni di sterline, (circa 900 milioni di euro) sulla base delle valutazioni delle due società lo scorso 23 aprile. A seguito del completamento dell’aggregazione, Eni diventa “un azionista pienamente impegnato, di lungo termine e di sostegno per Ithaca, ora posizionata come l’operatore che detiene maggiori risorse nel Mare del Nord del Regno Unito” sottolinea Eni, citando una ricerca di Welligence.
L’aggregazione conferma l’impegno di Eni nel Regno Unito, dove la società è impegnata lungo l’intera catena dell’energia (dalle attività upstream nell’oil&gas alle rinnovabili, dalla CCS fino al potenziale sviluppo futuro di progetti legati alla fusione magnetica). Combinando due portafogli complementari, l’operazione consolida la posizione upstream di Eni in UK, paese nel quale la società vede opportunità di generare valore attraverso iniziative di sviluppo e ottimizzazione.
Previsti dividendi pari al 30% della cassa 2024 e 2025
La business combination creerà un gruppo aggregato con una produzione che nel 2024 dovrebbe superare i 100 mila boe (barili di olio equivalente) al giorno, con un potenziale di crescita organica fino a 150 mila boe dal 2030. Prevista anche la distribuzione di dividendi pari al 30% della generazione di cassa post tasse per il 2024 e il 2025, con l’ambizione di arrivare a un totale annuale di 500 milioni. Tutti i dividendi, precisava la nota del maggio scorso, dipendono dalla performance operativa, dai prezzi di petrolio e gas e dalle possibilità di rifinanziamento del nuovo gruppo.
Il modello satellitare è vincente
L’operazione “evidenzia ancora una volta la validità del modello satellitare” di Eni ed è in linea con le precedenti aggregazioni effettuate dalla società in ambito upstream, incluse Var Energi in Norvegia e Azule Energy in Angola”, si legge in una nota. Il modello satellitare risponde alle sfide e alle opportunità poste dai mercati energetici creando società focalizzate, snelle e in grado di attrarre nuovi capitali, dedicate alla creazione di valore attraverso sinergie operative e finanziarie e attraverso l’accelerazione della crescita.
Eni, tramite Eni Natural Energies, entra nel capitale di Società Italiana Sementi
Su tutt’altro fronte è l’operazione di Eni con B.F, con la quale ha sviluppato una partnership nel settore delle sementi. B.F., holding nel settore agroindustriale quotata su Euronext Milan, ha comunicato oggi l’acquisto, tramite la controllata S.I.S. Società Italiana Sementi, della partecipazione di maggioranza del 69,5% del capitale sociale di Kaiima Sementes, . Kaiima è una società brasiliana che si occupa di genetica, produzione e vendita di semi di ricino, che nel 2023 ha realizzato un fatturato di 5,1 milioni di euro e un Ebitda di 1,6 milioni di euro. Sulla base dell’accordo di investimento sottoscritto da BF, Consorzi Agrari d’Italia e SIS con Eni natural energies (Ene), società controllata da Eni, Ene è entrata nel capitale sociale di SIS per un importo complessivo di 25 milioni.