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Eni cede il 10% del capitale sociale di Saipem per oltre 390 milioni. Il controllo rimane pubblico

FIRSTonline - Matteo Lirosi

Eni cede il 10% di Saipem. Il gruppo guidato da Claudio Descalzi ha lanciato una procedura di accelerated bookbuilding che riguarda 199.556.000 azioni ordinarie della partecipata, a 1,97 euro per azione, per un controvalore totale di 393 milioni di euro. Il prezzo di vendita incorpora uno sconto del 4,6% rispetto al prezzo di chiusura di Saipem nella seduta dell’11 giugno 2024 (2,065 euro).

Appena un mese fa, il Tesoro ha venduto il 2,8% delle azioni del gruppo petrolifero, raccogliendo 1,4 miliardi di euro. Questo passo è parte della strategia di dismissioni del governo di centrodestra, finalizzata a raccogliere fondi e identificare nuove risorse in vista dell’approvazione della prossima legge di Bilancio.

Il patto parasociale con Cdp resta invariato

Secondo quanto riportato in una nota del colosso petrolifero, le azioni oggetto della transazione non sono vincolate dal patto parasociale con Cassa depositi e prestiti, che conserva il 25% del capitale del gruppo dell’ingegneria energetica, mantenendo quindi invariato il “controllo congiunto” e paritetico su Saipem. Attualmente, la struttura azionaria della società di infrastrutture e servizi per l’industria petrolifera vede Eni con il 31%, Cdp con il 12,8% e Intesa Sanpaolo con il 3%. Sia Eni che Cdp hanno come socio di controllo il ministero dell’Economia. Eni manterrà comunque la posizione di primo azionista con il 21,19% del capitale. 

Questa vendita sarà rivolta agli investitori istituzionali e sarà gestita da un gruppo di banche, tra cui Citigroup, Goldman Sachs International, Intesa Sanpaolo, Natixis e UniCredit.

Eni ha anche concordato con queste banche di non vendere ulteriori azioni di Saipem sul mercato per almeno 180 giorni senza il loro consenso, a meno di eccezioni comuni in questo tipo di operazioni.

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