Eni si prepara a portare la seconda figlia in società: dopo la quotazione di Plenitude, è Enilive a prepararsi al listino portandosi in dote un ebitda pro-forma stimato nel 2027 a 1,6 miliardi di euro. L’attività della società satellite di Eni è focalizzata sulla commercializzazione di prodotti decarbonizzati e, proprio come la sorella maggiore, anche Enilive potrebbe prendere la via della Borsa, secondo MF.
Nella relazione finanziaria 2023, Eni evidenzia che la crescita della sua controllata sarà alimentata da investimenti per circa 500 milioni di euro l’anno nell’arco di piano al 2027. Per l’ebitda pro-forma di Enilive si stima una crescita a 1,6 miliardi al 2027, “riflettendo la crescita della capacità di bioraffinazione, il rebranding delle stazioni di servizio e l’aumento del contributo dei servizi non-oil, che si prevede sarà pari al 40% delle attività retail entro la fine dell’arco di piano”. Nel 2023, intanto, è stato raggiunto un utile operativo pro-forma di 730 milioni di euro, l’8% in più rispetto all’anno precedente. Costituita a gennaio 2023, la società ha già avviato il processo di espansione internazionale con l’acquisizione del 50% della bioraffineria di Chalmette, in Louisiana, che ha incrementato a 1,65 milioni di tonnellate annue la capacità di lavorazione.
Attesa la decisione per la bioraffineria in Corea del Sud con Lg Chem
Enilive sta anche lavorando con Lg Chem e Petronas per iniziative strategiche nel Sud-Est asiatico. Con Lg Chem è attesa quest’anno la decisione finale d’investimento per la realizzazione di una bioraffineria da 400mila tonnellate in Corea del Sud, da completare entro il 2026. L’accordo col principale produttore di prodotti chimici sudcoreano era stato annunciato a settembre 2023, e prevede l’installazione del sito presso il complesso chimico Daesan, 80 chilometri a sud-ovest di Seul. Un progetto simile, ma di taglia maggiore (650mila tonnellate), è allo studio a Pangerang, in Malesia.
In Italia intanto prosegue la conversione delle raffinerie tradizionali: Livorno, in attesa che si completi l’iter autorizzativo, è destinata a essere la numero 3 dopo Porto Marghera (2014) e Gela (2019).
L’aggiornamento del piano strategico di Eni prevede per Enilive una capacità di raffinazione di oltre 3 milioni di tonnellate annue al 2026, in aumento a 5 milioni nel 2030.
Carburante sostenibile per aerei: previsti raddoppi progressivi
Uno dei focus più importanti è la produzione di carburante sostenibile per gli aerei, (Saf) ed Eni ha rivisto le stime di produzione per raddoppi progressivi: nel 2026 è previsto che Enilive arrivi a un milione di tonnellate annue dalle 500mila previste inizialmente, e che al 2030 si possa portare a due milioni. Tra i maggiori clienti potrebbe esserci Ryanair, che ha firmato una lettera d’intenti per un contratto di fornitura a lungo termine in alcuni aeroporti italiani, mentre Kenya Airways ha già effettuato il primo volo con Saf che sarà prodotto da Enilive.
Le società satellite, pilastri del Piano di Eni
La capogruppo Eni conta su un contributo di Enilive e Plenitude pari al 20% nella crescita del flusso di cassa libero, ante capitale circolante, stimata oltre il 30% al 2027 dai 13,5 miliardi di euro attesi nel 2024. La valorizzazione delle società satellite è uno dei pilastri del piano Eni aggiornato al 2027, nel quale si stimano 8 miliardi di euro di incassi generati proprio dalla gestione attiva del portafoglio. Oltre a Plenitude ed Enilive, sono classificate come satelliti le due società dell’upstream, Var Energi in Norvegia (quotata alla borsa di Oslo) e Azule Energy in Angola (joint venture paritetica con bp). L’ad di Eni, Claudio Descalzi, ne ha in cantiere altre due, una per la Ccs (Cattura e Stoccaggio della CO2), l’altra per la Biochimica, entrambe da costituire nell’arco di piano.