Eni accende il suo nuovo sistema di supercalcolo HPC6 (High Performance Computing – HPC), capace di eseguire oltre 600 milioni di miliardi di operazioni matematiche complesse al secondo. Grazie a questa potenza di calcolo senza precedenti, HPC6 si colloca al quinto posto assoluto nella classifica mondiale TOP500, aggiornata il 18 novembre 2024, ed è anche il primo al mondo a uso industriale e l’unico tra i primi cinque a non essere statunitense.
L’avvio di HPC6 segna una tappa cruciale nella strategia di decarbonizzazione di Eni, consolidando la leadership dell’azienda nella transizione energetica e nelle tecnologie avanzate. Il nuovo sistema, la cui realizzazione è iniziata lo scorso, permetterà di accelerare lo sviluppo di soluzioni innovative e sostenibili, rafforzando anche le sinergie con le società satellite come Plenitude, Enilive e la futura newco dedicata alla CO₂. Eni sta inoltre valutando di aprire l’uso di HPC6 a nuove collaborazioni, considerandolo un fattore strategico di valore.
Il nuovo supercomputer di Eni: un’architettura potente e sostenibile
HPC6 rappresenta un balzo in avanti rispetto ai suoi predecessori (HPC4 e HPC5), con una capacità di calcolo di picco che supera di quasi un ordine di grandezza i 70 PFlop/s di HPC4 e HPC5. È basato su un’architettura ibrida che combina CPU e GPU, con oltre 3.400 nodi di calcolo e quasi 14mila GPU, progettati per massimizzare l’efficienza computazionale ed energetica.
Il sistema, realizzato con Hewlett Packard Enterprise (Hpe), è installato nel Green Data Center di Eni a Ferrera Erbognone, una delle strutture più avanzate in Europa per efficienza energetica e riduzione dell’impronta carbonica. Qui, un innovativo sistema di raffreddamento a liquido riduce l’impatto ambientale, integrando sostenibilità e tecnologia.
Supercalcolo al servizio della transizione energetica
Da anni, Eni utilizza il supercalcolo per ottimizzare le operazioni industriali, migliorare la precisione degli studi geologici e fluidodinamici per lo stoccaggio della CO₂, sviluppare batterie più efficienti, perfezionare la filiera dei biocarburanti e progettare materiali avanzati per la biochimica. HPC6 aggiunge a queste capacità la possibilità di simulare con maggiore precisione il comportamento del plasma nella fusione a confinamento magnetico.
Per Eni, HPC6 non è solo uno strumento tecnologico, ma una vera e propria leva per accelerare il proprio percorso verso il Net Zero. Come sottolinea l’amministratore delegato Claudio Descalzi:”L’innovazione e il costante miglioramento delle tecnologie sono fondamentali per mantenere e rafforzare la leadership di Eni nella transizione energetica. I progressi tecnologici ci consentono un uso più efficiente dell’energia riducendo le emissioni e favorendo lo sviluppo di nuove soluzioni energetiche. Abbiamo integrato il supercalcolo lungo tutta la filiera dei nostri business trasformandolo in una leva imprescindibile per il raggiungimento di Net Zero e per la stessa creazione di valore. Eni ha sviluppato un patrimonio unico di conoscenze tecnologiche e di programmazione che ci danno un vantaggio competitivo a livello internazionale e che supportano la velocità della nostra trasformazione e nel contempo la nostra crescita”.