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Eni, a Roma la mostra sul cane a sei zampe: la storia di un brand italiano e di quel simbolo identitario

Tra i simboli più noti al mondo, la mostra dedicata al cane a sei zampe resta aperta fino a luglio. Nell’Italia del boom economico, quel logo voleva rappresentare il carburante per il futuro

Eni, a Roma la mostra sul cane a sei zampe: la storia di un brand italiano e di quel simbolo identitario

Non esiste in natura, ma è noto in tutto il mondo. Il cane a sei zampe brand dell’Eni, ha reso l’idea di futuro a generazioni dopo generazioni. Al Palazzo delle Esposizioni di Roma c’è la mostra “Il cane a sei zampe. La storia di un’icona che guarda al futuro” e resterà aperta fino al 28 luglio. Pagine pubblicitarie, fotografie, disegni e altro materiale che hanno fatto grande un simbolo di un’Italia laboriosa e tenace. Racconta di un paese con poco o niente petrolio e di quando le automobili dovevano conquistarci tutti. Una specie di Sole dell’avvenire, quel cane, per chi acquistava le vetture della Fiat pronte per l’A1 lungo la quale si trovavano le stazioni di rifornimento. La mostra è parte di “Expodemic”, una rassegna più ampia in corso fino al 25 agosto e dove l’Eni occupa uno spazio.

Da sempre alla ricerca di ispirazione, dialogo e contaminazioni nel mondo dell’arte e della cultura, Eni ha scelto di raccontarsi direttamente attraverso un’istallazione ispirata a una delle prime stazioni Agip. La mostra dalla sede del grattacielo dell’Eur, viene spiegata così. Il cane fu disegnato da Luigi Broggini per la benzina Supercortemaggiore e fu un successo iconografico. Nell’allestimento si parte da quello strano animale e si arriva alle campagne pubblicitarie che hanno cercato, nelle avanguardie, nuove vie di composizione dei messaggi. Decine di artisti dagli anni 60 in poi si sono ispirati a quel cane che nel 1992 è stato rivisitato, dato che Eni diventava società per azioni. E dire che a Enrico Mattei, partigiano cattolico marchigiano, avevano dato il contentino post resistenza dell’Agip, magari da smantellare. Lui seppe tirare fuori l’idea industriale più degna della ricostruzione e quel cane fu il suo biglietto da visita per concludere affari e giocare anche partite molto pericolose.

Nuova energia

La mostra, in ogni modo, documenta una sperimentazione visiva che nel tempo ha permesso di adottare tecniche pubblicitarie che hanno coinvolto artisti e autori capaci di anticipare le tendenze del linguaggio della promozione commerciale. “Il marchio, così, da segno è diventato simbolo identitario di Eni, sintesi visiva in evoluzione che continua, ancora oggi, a raccontare l’energia di sempre e l’energia nuova”.

È stato anche macchiato, ila cane con la fiamma, da scandali e scorribande di ogni tipo per mano di avventurieri. Vicende finite nei libri di storia, nei ricordi personali di tanti che sono stati nella famiglia di papà Mattei, mentre oggi la premier Giorgia Meloni adopera quel disegno di Broggini a coté del Piano Mattei per l’Africa. Nel settembre 1952 ci fu un concorso per l’immagine Agip, all’Esposizioni sono documentati i finalisti e poi sino al rinnovamento del 2022, che ha coinvolto le società Plenitude, Versalis, Enilive giusto perché siamo in un altro secolo. La forma grafica nuova è la sintesi di servizi e di potenza energetica che guarda al futuro. Le fonti rinnovabili non sono certamente un tabù per il cane esposto all’ingresso di decine di impianti petroliferi, ma ci ricorda da dove siamo partiti.



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