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Energy spending review, l’importanza delle reti

Riportare i parametri di redditività dei soggetti regolati entro limiti coerenti all’assenza di rischio può dare un significativo contributo all’energy spending review, contribuendo a contenere il peso delle componenti tariffarie legate alle infrastrutture di rete in vista del nuovo periodo regolatorio. E’ la proposta formulata ieri da Energia Concorrente, l’Associazione dell’industria elettrica indipendente italiana, che ha organizzato a Roma un incontro pubblico per presentare lo studio dell’Istituto Bruno Leoni “Chi non risica rosica. La remunerazione degli operatori di rete nei settori dell’elettricità e del gas”.

L’Istituto Bruno Leoni ha analizzato i bilanci dei principali operatori di infrastrutture regolate, sia elettrici sia gas, nel periodo 2007-2012, che evidenziano come quasi tutti abbiano ottenuto nel periodo un ritorno medio sugli investimenti (Roi) decisamente superiore al rendimento target fissato dall’AEEGSI. Gli extraprofitti ricavati sono quantificabili nell’ordine di 600-1.200 milioni di euro/anno nel periodo 2006-2012. Lo studio evidenzia l’opportunità di introdurre interventi diretti sia a limitare il perimetro delle attività regolate, recuperando spazio al mercato, sia a contenere la remunerazione riconosciuta, suggerendo una serie di misure volte a limitare gli extraprofitti, rimuovere gli incentivi perversi, evitare un uso improprio della qualificazione strategica delle infrastrutture, e garantire trasparenza e linearità alle politiche tariffarie.

“Con questa iniziativa – afferma Giuseppe Gatti, Presidente di Energia Concorrente – intendiamo non solo contribuire all’obiettivo di ridurre il peso della bolletta energetica  per i consumatori, ma avviare una più ampia riflessione sul ruolo e la posizione della distribuzione sia nel sistema elettrico sia in quello gas. In questa prospettiva –ha aggiunto Gatti- credo si debba considerare con attenzione l’opportunità di una completa separazione, anche proprietaria, delle attività regolate rispetto a quelle di mercato”. 

Più in generale, conclude lo studio dell’Istituto Bruno Leoni, occorre ripensare obiettivi e strumenti della regolazione alla luce di un mondo che è cambiato profondamente, e per il quale l’obiettivo primario non è solo il potenziamento delle reti, ma la creazione, mantenimento e promozione dell’efficienza e della flessibilità nel sistema delle infrastrutture.  Ciò implica una più precisa definizione del perimetro di attività dei soggetti regolati, con l’introduzione di vincoli stringenti su investimenti che possono essere più utilmente affidati al mercato e alla concorrenza tra gli operatori.

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Categories: Economia e Imprese