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Energie rinnovabili: il via libera al decreto mette a rischio gli investimenti. Più poteri alle Regioni

Il nuovo decreto sulle installazioni per le energie rinnovabili piace alle Regioni ma non agli industriali. Stop agli investimenti?

Energie rinnovabili: il via libera al decreto mette a rischio gli investimenti. Più poteri alle Regioni

Più potere alle Regioni sulle aree idonee per le rinnovabili. Il decreto che stabilisce dove e come realizzare i nuovi impianti trasferisce le competenze ai Presidenti di Regione, che d’ora in avanti metteranno il timbro finale su ogni pratica. Ci saranno “confusioni e difformità su tutto il territorio nazionale, in quanto ogni Regione sarà libera di valutare autonomamente e senza alcun coordinamento come gestire il regime transitorio” ha fatto sapere l’Alleanza per il Fotovoltaico dopo il via libera al decreto da parte della Conferenza Stato-Regioni.

Per i prossimi cinque sei anni, si annuncia battaglia nel tentativo di raggiungere gli obiettivi nazionali al 2030. Ad averla vinta sugli impianti fotovoltaici è stata soprattutto la Presidente della Sardegna Alessandra Todde, che aveva ingaggiato una battaglia contro le installazioni sull’isola. Alle Regioni vengono ora riconosciute responsabilità come la ” tutela del patrimonio culturale e del paesaggio, delle aree agricole e forestali, della qualità dell’aria e dei corpi idrici”. In definitiva hanno ottenuto la delega a privilegiare superfici di strutture edificate, quali capannoni industriali e parcheggi, nonché aree a destinazione industriale, artigianale, per servizi e logistica. Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha commentato il via libera delle Regioni come un buon risultato. Forse si è liberato di un peso mettendo nelle mani delle Regioni il futuro da farsi. Ha calcolato tutte le conseguenze ? Ma a marzo c’erano progetti bloccati presso il Consiglio dei Ministri peroltre 1.700 MW di potenza e altri 2.900 fermi al Ministero della Cultura. Che destino avranno ? Proteggere il territorio contro invasioni selvagge, non significa venir meno a una guida politica sul territorio nazionale.

Chi si fida del governo?

Il Governo di centrodestra non crede nella transizione energetica, la usa soltanto come slogan ? Ignora il girio d’affari e i soldi delle imprese ? “Solo poche settimane fa- dicono le gli industriali del fotovoltaico-  il governo ha approvato il decreto-legge sugli aiuti all’agricoltura, che provoca un altro forte danno agli operatori, segnando uno stop al fotovoltaico e all’agrivoltaico standard e avanzato”. Si torna al caso della Sardegna. La Regione aveva chiesto di autorizzare il 100% dell’eolico offshore e di decidere in quali aree sviluppare le rinnovabili rispetto a un piano energetico regionale con propri obiettivi

“Le Regioni possono stabilire una fascia di rispetto dal perimetro dei beni sottoposti a tutela fino a un massimo di 7 chilometri. Per i rifacimenti degli impianti in esercizio non sono applicate le norme previste nel precedente periodo ”è il risultato più marcato del nuovo decreto. Controreplica delle aziende delle rinnovabili: “a medio – lungo termine l’Italia verrà meno agli obiettivi del Piano nazionale energia mettendo a grave rischio la sicurezza energetica del Paese”. Molti imprenditori abbandoneranno preventivamente alcuni territori, anche a fronte di ingenti capitali già investiti, fanno sapere gli industriali. La loro fiducia nel governo, nel Ministero dell’Ambiente, a questo punto, dovrebbe essere molto scarsa E non si tratta solo di proteggere coste e panorami, ma di avere un’idea di futuro che crei sviluppo, non galleggiamento politico.

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