La strategia energetica nazionale approvata l’altro giorno dal governo, genera i primi effetti. Sulla Borsa e sull’erogazione di gas ed energia elettrica. Con perspicacia si muovono imprese e multiutility. Il Gruppo Spigas – Canarbino ( con la tedesca EnBW ) ha acquistato il 30% di Nuovenergie, società attiva nella commercializzazione di gas ed energia elettrica. Ha un portafoglio di 30.000 famiglie nei Comuni di Rho, Pero, Settimo Milanese, Cornaredo, Magenta e storiche radici dagli anni ’50 a Rho.
Si tratta di un’operazione funzionale a sviluppare la crescita della società nei territori, per valorizzarne progetti e strategie di settore. Nell’informativa societaria è spiegato che l’operazione è basata su principi federativi che non intaccheranno l’identità delle aziende e il radicamento territoriale. La competizione tra soggetti locali per accrescere quote di mercato e spingere sulle tecnologie del resto, è uno dei punti chiavi della strategia avallata dal governo Gentiloni.
L’aggregazione funzionale degli operatori sotto un unico marchio diventa una necessità, non fosse altro per le accelerazioni di aperture del mercato globale e il passaggio alle libere scelte dei clienti nell’elettrico. Le certezze operative da e verso i clienti, anche in aree territoriali consolidate, vengono meno sotto i colpi di processi aggregativi e fusioni societarie. La dimensione medio- piccola di molti gestori italiani di servizi energetici non reggerà al tempo ed agli interessi di colossi.
In quale misura saranno tutelati consumatori e investitori non è ancora chiaro. Ma è interessante che se ne stia facendo carico anche lo Stato. Almeno da quando ha messo mano alla riforma delle aziende di servizi locali.
La riforma cammina lentamente, ma oltre che in Lombardia, anche nelle Marche sarà stato l’effetto della strategia energetica a tracciare un nuovo futuro per la Multiservizi SpA. L’Assemblea dei sindaci dei Comuni soci ha dato via libera all’ingresso nella Estra SpA (storica società di servizi a rete) con una quota del 10%. Con 42 milioni di euro Multiservizi cede il 55% della controllata Edma e acquista il 10% di Estra.
Il closing dell’operazione è per fine 2017 con valore aggiunto atteso dal 2018 nella distribuzione del gas. Il settore del gas è dominante nella pianificazione degli approvvigionamenti italiani. Le tesi a sostegno della sua centralità nel riequilibrio tra fonti tradizionali e rinnovabili arrivano anche dalla Commissione europea. I dossier aperti a Bruxelles riguardano infrastrutture, innovazioni tecnologiche, trasporto, nell’esame dei quali l’Italia ha posto una forte candidatura.
Il vicepresidente della Commissione, Maros Sefcovi ha riconosciuto questo impegno – alla Snam in maniera specifica – nel quadro dell’economia sostenibile. Da noi non si temono nemmeno più i contraccolpi locali sulle grandi infrastrutture di trasporto. La loro costruzione dà certezze economiche e sociali molto di più delle querelle politiche contingenti. Il metanodotto Tap erogherà il primo gas nel 2020 e in Valle d’Aosta è stato appena approvato il progetto per un gasdotto nella valle d’Ayas.
Strategia, certezze e diversificazione delle fonti, investimenti, capitalizzazione tratteggiano uno scenario avvincente dove a contare non sono solo i soldi, ma anche le sensibilità ambientali e di vision. L’Italia ha l’occasione per il salto di qualità e va dato merito a chi in questi ultimi giorni ha ricordato gli “azzardi” di Enrico Mattei negli anni ’60. Oggi sarebbe ancora più stimolante in una prospettiva di sviluppo ecocompatibile – e cito Gianni Silvestrini, direttore del Kyoto club – se la Commissione europea esaminasse a fondo la richiesta (a valenza continentale) dell’italiana Enel di alzare l’obiettivo delle rinnovabili al 2030, dal 27 al 35%.