I clienti delle aziende di energia hanno il diritto di sapere quanto è ecologico chi gli fornisce luce o gas. Il perché di un simile diritto deriva principalmente da una maggiore trasparenza sulla transizione energetica. Non si sbaglia, però, se lo colleghiamo anche alla pubblicità ed ai sistemi di persuasione delle aziende sui principi della sostenibilità e dell’abbattimento della CO2. Tutte oggi, per prendere nuovi clienti con il prossimo passaggio al mercato libero, dichiarano uso di fonti non inquinanti. Ma le aziende dovranno rispettare di più coloro che hanno sottoscritto un contratto di fornitura. E’ necessario far sapere nel modo più chiaro possibile la qualità dell’energia che vendono. Tutto accadrà nei prossimi mesi in base ad un decreto del 14 luglio del Ministero dell’Ambiente. Le aziende si stanno organizzando, ma non è una decisione autonoma, è solo il rispetto di un obbligo sulle cosiddette “Garanzie d’Origine”. Ai clienti dovrà essere specificato in modo preciso da dove arriva la quantità di energia nella composizione del pacchetto di fonti usate. Una certificazione, in sostanza, che rimanda al processo di produzione dell’energia. Il sistema in realtà già esiste, il nuovo decreto semplicemente lo aggiorna, lo migliora, in base alla direttiva comunitaria Red II.
Più investimenti nell’interesse dei consumatori
La Red II stabilisce che le fonti rinnovabili devono salire almeno al 32 % dei consumi lordi finali entro il 2030. Secondo il Ministero dell’Ambiente il nuovo decreto vuole costruire un sistema di trasparenza nei confronti dei clienti, ma anche di garanzia per le imprese che vogliono stare sul mercato puntando sulle fonti rinnovabili. “Facciamo un passo avanti- dice il Ministro Gilberto Pichetto Fratin- nell’Europa che cerca i migliori meccanismi comuni per certificare la sostenibilità e contro il greenwashing”. In tema di trasparenza e di mercato del green il Ministro in questi giorni deve fare ancora i conti con le polemiche sul Pniec , un documento che avrebbe potuto osare di più sulle fonti alternative. In un certo senso le Garanzie d’Origine intercettano il desiderio dei consumatori, una specie di termometro per capire se il sistema va ne lla direzione giusta e se davvero le fonti pulite aumentano. Le aziende devono rivedere i metodi di comunicazione con i clienti ? “Plenitude recepirà le disposizioni contenute nel decreto nei termini e nelle modalità previsti “ rispondono dalla Società dell’Eni. Con l’obiettivo di favorire ulteriormente gli scambi delle garanzie di origine tra le aziende, il Gestore del Mercato Elettrico preparerà una bacheca elettronica su cui verificare le transazioni delle forniture. Per maggiori assicurazioni ai consumatori, inoltre, presso il GSE ci sarà un registro nazionale delle Garanzie d’Origine legato ad una valutazione dell’azienda. Nel tempo dovremmo sapere quanto gas, biomasse , eolico, solare viene usato. Il pericolo di false comunicazioni, a questo punto, dovrebbe essere evitato. I clienti possono valutare se cambiare gestore o no, secondo le proprie preferenze green. Gli ultimi dati sul mercato delle rinnovabili sono quelli della School of Management del Politecnico di Milano (POLIMI) secondo cui “il raggiungimento degli obiettivi 2030 porterebbe ad un giro di affari in investimenti per le nuove installazioni compreso tra 43 e 68 miliardi di euro“. Dovendo dare ora più soddisfazioni ai consumatori finali speriamo che si imbocchi la strada giusta più velocemente.