La terza bioraffineria italiana si farà a Livorno. La realizzerà Eni con un investimento di 400 milioni di euro. In sostanza si riconverte uno dei siti petroliferi storici italiani e il progetto sarà molto simile a quello già realizzato a Porto Marghera e a Gela. Per Livorno a novembre è stata presentata la valutazione di impatto ambientale e ieri il Presidente della Regione Eugenio Giani ha incontrato una delegazione della società.
Anche gli impianti di Livorno entreranno nella strategia di riconversione che Eni ha impostato nell’ottica della decarbonizzazione. In questi giorni si parla molto della società amministrata da Claudio Descalzi a proposito del piano Mattei per l’Africa, tuttavia anche in Italia la società prosegue verso obiettivi di rigenerazione delle produzioni. Neutralità carbonica entro il 2050 con più biocarburanti? Si. Con l’impianto di Livorno a regime entro i prossimi sette anni l’Italia dovrebbe immettere sul mercato 5 milioni di tonnellate di carburanti non inquinanti. Dal punto di vista commerciale i mercati sono molto interessato agli acquisti di prodotti a basso impatto. La nuova raffinazione con tecnologie avanzate non emette sostanze tossiche.
Il ruolo della Toscana
Il presidente Giani, dicevamo, ieri è intervenuto sul progetto in valutazione ambientale da parte della Regione. “Dopo anni di incertezze, varie ipotesi di reindustrializzazione inclusa la cessione ad altre proprietà, finalmente Eni lancia il segnale giusto per confermare il ruolo strategico dell’impianto di Livorno” ha detto. ” La scelta della società potrà beneficiare di un contesto territoriale ancora più competitivo alla luce degli ingenti investimenti regionali sulle infrastrutture locali”. In questo senso la Toscana sta svolgendo un ruolo non secondario nello scenario energetico nazionale: dalla geotermia, alla vicenda del rigassificatore di Piombino, ora alla riconversione di Livorno
Al’area portuale nel 2023 sono stati destinati 200 milioni di euro per la Darsena Europa e 20 milioni per il potenziamento dell’interporlo. La riconversione affermerà un economia circolare. Gli impianti produrranno biocarburante idrogenato e biocarburante sostenibile per aerei. Dal punto di vista occupazionale non dovrebbero esserci contraccolpi. L’impegno di Eni è di mantenere gli attuali livelli occupazionali dello stabilimento e dell’indotto. Si deve soltanto partire.