La strategia perseguita dalla Commissione Europea per la costruzione di un mercato dell’elettricità unificato sembra basarsi su due pilastri: la liberalizzazione dei singoli mercati nazionali combinata con una loro maggiore integrazione. Secondo gli ultimi dati rilasciati dalla Commissione, l’integrazione dei mercati elettrici sta lentamente procedendo ed infatti i commercio transfrontaliero dell’elettricità è aumentato del 7% nella seconda metà del 2012. Un risultato sicuramente importante considerando soprattutto il continuo calare dei consumi elettrici a partire dal 2008 come conseguenza della crisi economica (meno 1.2% su base annua media).
Tuttavia, i volumi degli scambi commerciali rivelano solo un aspetto della vicenda. Per verificare la reale integrazione dei mercati elettrici conviene osservare e confrontare i diversi prezzi nazionali. Infatti, la convergenza dei prezzi è uno dei segnali principali d’integrazione e di competitività all’interno del mercato. Sfortunatamente però, il recente rapporto della Commissione (Quarterly report on European electricity markets, Q3-Q4 2012) mostra come a partire da settembre 2012, i prezzi di quella che era una delle aree finora più integrate del mercato europeo (la cosiddetta area del centro-ovest europeo, che include Francia, Olanda, Belgio e Germania) ha interrotto il progressivo trend di convergenza.
Sebbene diverse circostanze nazionali possano essere considerate corresponsabili dell’inversione di questo trend nell’area, quali per esempio l’abbondante generazione di rinnovabili ed un’aumentata competitività degli impianti a carbone in Germania rispetto ad una ridotta disponibilità del nucleare francese e belga, questo recente sviluppo indica una debolezza nell’integrazione del mercato europeo.
Inoltre i forti differenziali ancora presenti in tutta Europa nei prezzi finali al consumatore indicano come ci si trovi di fronte ad un percorso ancora lungo per creare un mercato veramente unificato i cui effetti siano percepiti direttamente dai singoli consumatori. Un processo che risente anche del ritardo dello sviluppo delle necessarie infrastrutture europee, in primo luogo quelle legate ai cosiddetti corridoi strategici.
Da questo punto di vista, la recente approvazione del nuove regolamento sugli orientamenti per le infrastrutture energetiche trans-europee risulta un importante passo avanti. Il regolamento, il quale mira a risolvere diverse criticità che hanno ostacolato lo sviluppo delle infrastrutture strategiche energetiche, introduce, tra l’altro, l’interessante concetto di Progetto di Comune Interesse (PCI). Questi progetti, i quali dovranno contribuire all’attuazione dei dodici corridoi infrastrutturali trans-europei strategici ed alle aree d’interesse della Commissione, avranno uno status preferenziale e dovrebbero avere un iter autorizzativo più veloce. Un nuovo approccio, che, oltre a sicuramente rappresentare un’interessante opportunità d’investimento per le imprese, è anche un piu’ efficace strumento a disposizione della Comunità per favorire lo sviluppo di un mercato energetico, non solo elettrico, più integrato.