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Energia: la Toscana vara la legge sulla geotermia

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La Toscana ha raggiunto il suo buon risultato in campo energetico. Ha approvato la nuova legge sulla geotermia ed ora si sente forte di rilanciare il settore a livello nazionale. Chiede al governo di fare passi avanti concreti, guardando a cosa e come si è riusciti a fare collaborando anche con una grande azienda come l’Enel, qui consolidata. Soltanto intorno ai monti dell’Amiata, dove ci sono gli impianti, si stima un giro d’affari di circa 30 milioni di euro all’anno. Risorse che vanno prevalentemente ai Comuni e cha la nuova legge rafforza nei principi distributivi.

La parte centrale del provvedimento approvato in Consiglio regionale afferma la necessità di bloccare nuove centrali e di tutelare il paesaggio. Due obiettivi di sostenibilità intrecciati con investimenti e pace sociale. L’intero business geotermico viene regolato con la distribuzione dei fondi al territorio per sviluppare e accrescere l’economica delle zone interessate. Non è secondario nemmeno il modo in cui si assegneranno le concessioni e i profili autorizzativi per i nuovi impianti. Insomma, il primo caso reale di economia circolare su base regionale, come confermano tutti gli interessati. In tempi di monitoraggi spinti, nella legge non poteva mancare quello continuo sugli impianti, affidato pesantemente ad Asl e Arpat. Tutte le osservazioni sulle immissioni in atmosfera collegate alla geotermia sono state, infatti, recepite dalla legge e anche gli ambientalisti possono sentirsi più tranquilli. Ci sono nuovi e forti limiti agli inquinanti. Nel senso che di ammoniaca, mercurio, acido solforico e boro, in atmosfera ce ne dovranno essere sempre meno e guai a non rispettarli. Si rischia il fermo degli impianti.

Il valore politico della legge è scandito nelle dichiarazioni di queste ore. Il contesto e le strategie energetiche green sono patrimonio di tutta l’Italia. Non è più accettabile che la strada italiana dell’integrazione tra fossili e rinnovabili sia tra le meno spinte a livello europeo. Nel caso specifico, è utile integrare il decreto legislativo specifico per la geotermia. Al sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico Davide Crippa si chiede, appunto, di riaprire subito un tavolo di confronto. Attendiamo da parte del sottosegretario la convocazione del tavolo promesso, spiega l’assessore toscana Federica Fratoni. Noi continueremo a batterci in sede nazionale affinché la geotermia, venga adeguatamente incentivata nell’ottica di una Regione che sta orientando le proprie scelte alla sostenibilità e all’affrancamento dalle fonti fossili tradizionali. A breve si passerà anche ad un protocollo operativo con l’Enel che gestisce le attività.

La geotermia è tra le rinnovabili, forse la meno incentivata. Ma la sua coltivazione ha ottime ricadute economiche e occupazionali per i territori coinvolti con attenzione per gli assetti ambientali e paesaggistici. In Toscana, soddisfa più del 30% del fabbisogno elettrico regionale, ma a livello nazionale sfiora appena il 2% dei consumi. È certamente da incentivare e l’Enel ne è consapevole, con impianti gestiti anche fuori dalla Toscana. Qui i Comitati non abbandonano i territori, sulla scorta delle polemiche e dei dubbi sulle tecnologie utilizzate per gestire il ciclo produttivo. Dalla provincia di Pisa a quelle di Grosseto e Siena con la grande ricchezza sotterranea che si riconnette al valore delle storiche scoperte proprio nella zona di Lardarello ed al magma del Monte Amiata. Le rassicurazioni tecnologiche, soprattutto a vantaggio di coloro che hanno contestato gli attuali impianti, sono l’altra leva economica e di successo nelle mani della Regione. Se il gestore- concessionario non dovesse adeguarsi alla normativa scatterebbe la revoca della concessione. “Amiata terra madre”, è stato detto dopo il varo della legge, da prendere ad esempio. Certo. Soprattutto da parte del governo.

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Categories: Economia e Imprese