La Campania è all’ottavo posto per uso di energie rinnovabili. Con i fondi del Pnrr e le collaborazioni con le aziende presenti sul territorio, nei prossimi due, tre anni dovrebbe superare i 4 milioni di megawatt puliti. Intanto Edison si è già mossa e ha investito 450 milioni di euro in una nuova centrale a nord di Caserta. A Presenzano ha inaugurato una centrale termoelettrica a ciclo combinato. L’azienda esprime la propria soddisfazione per stare al passo con la tecnologia più produttiva e meno dannosa per l’ambiente. La centrale è un modello di ultima generazione, gemello dell’impianto inaugurato a Porto Marghera lo scorso anno.
La sfida tecnologica
La futura configurazione nazionale di elettricità avrà grande bisogno di impianti ad alta redditività. A Presenzano “confermiamo il nostro ruolo per impianti tecnologicamente avanzati ” ha detto Marco Stangalino, vicepresidente e direttore Power Asset Edison. Per realizzare l’impianto ci sono voluti quattro anni con il coinvolgimento di oltre 1.200 addetti e 130 imprese. Il beneficio energetico finale è per tutta la Campania, che a fine 2023 contava circa 50 mila strutture rinnovabili. La potenza installata era di circa 3 milioni e mezzo di megawatt destinati ad aumentare. Va bene, dunque, la nuova centrale Edison che sviluppa una potenza di 770 megawatt e può soddisfare il fabbisogno annuale di energia di oltre 1 milione e mezzo di famiglie.
Meno CO2
Il funzionamento è assicurato da una turbina a gas naturale che utilizza tecnologie di ultima generazione. La stima è di una super produzione pari al 60% in più di energia , rispetto a impianti similari. È la centrale con il maggiore rendimento in Italia e tra le prime in Europa, dicono i manager. Il suo funzionamento ridurrà anche le emissioni di anidride carbonica. Ma orami è un dato di fatto che i sistemi delle centrali funzionanti anche a gas debbano abbattere tutte le emissioni climalteranti. Il passaggio a produzioni elettriche pulite su larga scala in Italia ha davanti ancora molte tappe intermedie e le aziende che investono hanno bisogno di meno burocrazia e più sostegno pubblico. Ripeterlo non è superfluo quando ci sono organizzazioni imprenditoriali che chiedono al governo meno ambiguità e maggiore incisività nella transizione.