Le imprese di settore lo hanno criticato ma il Consiglio dei ministri ha approvato lo stesso lo schema di decreto legislativo per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Tre ministri- Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, Riforme Istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati e Ambiente Gilberto Pichetto Fratin– lo hanno firmato e lo hanno presentano in una conferenza stampa. Il mondo delle rinnovabili lamenta incongruenze con le strategie nazionali ed europee sulle rinnovabili e Pichetto ammette che il testo é una mediazione. Gli impianti FER (Fonti energetiche rinnovabili) sono il cuore pulsante della transizione energetica salvo intoppi come questo che si profila per i tempi di realizzazione. Per il governo ci sono tre binari lungo i quali costruire i nuovi impianti: l’attività libera, la procedura abilitativa semplificata o l’Autorizzazione unica. Si vogliono standardizzare le procedure verso il traguardo delle 200 semplificate previste dal PNRR. Il provvedimento stabilisce che l’attività libera non richieda atti di assenso o dichiarazioni, tranne in caso di vincoli paesaggistici, casi nei quali l’autorità dovrà esprimersi entro trenta giorni.
Per Pichetto il quadro generale di oggi si chiarisce “ stimolando rispetto al passato l’iniziativa privata nel modo migliore con regole certe e trasparenza nei tempi “. La procedura abilitativa semplificata riguarda progetti che non richiedono procedimenti di permitting e non sono assoggettati a valutazioni ambientali. Contano le casistiche degli impianti e si va da un minimo di 30 giorni ad un massimo di 75 per terminare la procedura. L’istanza di Autorizzazione Unica va presentata alla Regione per impianti sotto i 300 megawatt, oltre quella soglia bisogna rivolgersi al MASE. Qui i casi più corposi riguardano gli impianti off-shore sui quali Regioni come la Sardegna hanno già varato norme proprie. Il procedimento- chiarisce il ministro – può durare da 175 a 420 giorni.
Semplificare ? Non se ne parla proprio, ribatte il mondo delle rinnovabili. Il governo mette mano a elementi di complicazione anziché di semplificazione, dicono gli imprenditori. “Sembra che ogni occasione sia buona per introdurre qualche ostacolo sul percorso di autorizzazione e gestione di impianti FER e neppure questa bozza di decreto fa eccezione- dice Attilio Piattelli, presidente del Coordinamento FREE ”. Avendo il governo definito gli obiettivi al 2030 per lo sviluppo e la realizzazione delle FER, gli atti legislativi dovrebbero essere indirizzati al loro raggiungimento. “ Dobbiamo constatare che il recente Decreto Aree Idonee e il riordino normativo vanno esattamente nella direzione opposta: complicare anziché semplificare”. Insomma, il governo ancora una volta intende la transizione energetica a modo suo. La capacità di dialogo con le imprese si abbassa e si penalizzano investimenti già pronti. La mediazione di cui parla il ministro Pichetto equivale a un sacrificio delle imprese. Fino a quando ?