Il responsabile delle vostre bollette esplosive potrebbe essere l’oggetto apparentemente più inoffensivo e piccolo che avete in casa. Lasciate perdere l’enorme frigorifero classe AAA, la lavatrice o il condizionatore. La risposta risiede nelle vostre tasche e ha le fattezze di uno smartphone.
Quando parliamo di efficienza energetica, difficilmente il pensiero va ai telefonini. Eppure il settore telecomunicazioni, spesso sottovalutato, è diventato particolarmente vorace, come sottolinea l’ultimo rapporto di Digital Power Group.
Il dossier rivela che la fiorente industria degli smartphone ha sempre più bisogno di energia per nutrire l’incessante corsa all’innovazione: elettricità che arriva soprattutto dal carbone, prima fonte negli Stati Uniti.
Secondo i calcoli del Digital Power Group, un iPhone consuma più di un frigorifero: 361 kilowattora contro 322, tenendo conto di batteria, wifi, download e scambio di dati. In generale, il settore TLC pesa sulla produzione mondiale di elettricità per il 10 per cento, con 1500 terawattora di consumi l’anno. L’equivalente dell’intera produzione di Germania o Giappone.
“Ormai per far circolare byte usiamo il 50 per cento in più di energia per far spostare gli aerei di tutto il mondo”, fa notare il Time.
Secondo la testata americana, i margini di manovra per affrontare il mostro energivoro sono ancora ridotti. È pià facile aumentare l’efficienza – a parità di prestazioni – di una lampadina o di un condizionatore, piuttosto che quella di un dispositivo mobile, che è costretto a lavorare senza sosta.
I consumi, oltretutto, continueranno a crescere, con apparecchi sempre più potenti che si affidano a tecnologie senza fili, le più energivore. Guardare un film ad alta definizione in streaming con il wi fi è più dispendioso che non produrre e trasportare un DVD. E il numero di utenti connessi, aumentati di 20 volte negli ultimi cinque anni, supereranno – sempre secondo il Time – il miliardo di persone.