Condividi

Energia e ambiente: l’Europa non abbandona l’Italia

Arrivano i soldi del Programma Life e Roma ne deve fare buon uso. Sostegno per l’efficienza energetica, le buone pratiche e le iniziative nei piccoli Comuni. Un circolo economico virtuoso di circa 430 milioni di euro.

Energia e ambiente: l’Europa non abbandona l’Italia

Per quanto aspra la polemica di questi giorni con l’Ue a causa della legge di bilancio, l’Italia non è abbandonata a se stessa. Non ancora, per lo meno. La Commissione Europea ha concesso, infatti, al nostro Paese 75,3 milioni di euro del programma Life per la transizione verso un nuovo modello ambientale ed energetico. E’ una parte dello stanziamento complessivo di 243 milioni di euro per tutti i Paesi. I soldi destinati all’Italia, a fronte dei bandi di inizio anno, dovranno essere ben spesi. Ciascuno per la propria parte deve ricordarsi che il pluriennale Life è uno dei programmi cardini per la nuova strategia ambientale.

A Roma dovranno concentrarsi su 30 progetti già in campo. Aumento della circolazione di auto elettriche, stimolo alla conversione delle apparecchiature che utilizzano combustibili inquinanti, riduzione della produzione di rifiuti. I solidi dovranno essere utilizzati anche nei piccoli Comuni, a sostegno di campagne informative, spiega Bruxelles. Non si possono lasciare indietro quelle realtà che non ancora invase da smog ed agenti climalteranti, con pochi fondi possono prevenire gli sconquassi delle metropoli. L’Unione ha stimato che i 243 milioni di euro stimoleranno ulteriori investimenti, soprattutto privati. Si avrà un saldo complessivo di circa 430 milioni per 142 nuovi progetti nei vari Paesi. Interessante è anche l’esame delle macro voci suddivise in 196,2 milioni per l’efficienza ambientale, della natura, della biodiversità, della governance e 46,8 per opere di mitigazione, adattamento, gestione dei cambiamenti climatici. Ricordiamoci anche che il quadro generale di Life sono gli obiettivi al 2030 su energia e clima.

L’Italia è vista purtroppo, ancora, come il Paese simbolo della gestione rifiuti disordinata. Potrà dimostrare di sapere utilizzare le nuove tecnologie per il trattamento rifiuti costruendo impianti alimentati da energie rinnovabili. Le recenti critiche delle Associazioni ambientaliste alle misure del governo su questi temi, se non irritano i ministri, possono tradursi in incentivo per fare meglio. Il programma LIFE, è nato per questo. O si  va avanti in una direzione condivisa o non ha senso insistere e spendere soldi. I soldi servono al passaggio verso un’economia efficiente con basse emissioni di carbonio e per contrastare “il degrado degli ecosistemi”.

E’ vero che la legislazione ambientale europea è sottoposta a veti e trattative tra Stati che spesso mostrano limiti incomprensibili e dannosi. Ma i principi generali in materia di ambiente, green economy,  clima sono validi e robusti. D’altronde non potremmo spiegarci nemmeno i grandi investimenti che le aziende europee hanno fatto in questi anni per restare sul mercato e non retrocedere dalle classifiche virtuose. Una direzione di marcia che va sostenuta senza indecisione, soprattutto quando i bilanci delle aziende hanno pesanti voci sulla sostenibilità e il mercato premia quelle migliori. Non è un caso se le proposte Life 2018-2020 richieste dall’Ue hanno capitalizzato progetti pilota, buone pratiche, progetti di informazione, sensibilizzazione e divulgazione delle tematiche ambientali. Su tutto ci vuole una salda guida politica. Meglio se non dichiara di essere sovranista.

Commenta