Le tecnologie per l’idrogeno nei prossimi anni faranno la differenza tra i paesi industrializzati. Gli obiettivi per il passaggio alla produzione su larga scala in Europa, probabilmente, si sposteranno con l’elezione della nuova Commissione europea. Le aziende, intanto, si organizzano e cercano partner sulla base dei programmi che la Commissione ha messo in campo. I centri di ricerche e le piccole imprese interessate si muovono facendo affidamento sui finanziamenti che l’Ue ha deliberato.
La Snam a febbraio ha lanciato una call internazionale che si è chiusa con cinque startup vincitrici. Sono queste realtà che alla fine consentiranno alle grandi compagnie di affermarsi sui mercati. Sono quelle a maggiore sensibilità ambientale (la giovane età dei manager è un valore) e le più dinamiche. All’invito di Snam hanno risposto 50 startup provenienti da tutto il mondo. Cosa chiedeva la call? Le innovazioni migliori per far progredire il sistema di distribuzione energetico italiano verso la agognata decarbonizzazione. Le vincitrici sono la svedese Terrabarrier, l’olandese Elestor, la francese Sakowin, la tedesca Reverion, l’americana C-Zero. I loro progetti spaziano da batterie in grado di immagazzinare energia su lunghe durate, a soluzioni elettroniche che convertono idrogeno o biogas in elettricità.
La strada delle sperimentazioni è quella giusta. D’altra parte a dare fiducia a un sistema energetico che vuole proteggere l’ambiente con l’H2 c’è anche Bloomberg. Nel suo ultimo studio ha stimato un aumento della produzione di idrogeno a basse emissioni (verde e blu) del 30% all’anno per raggiungere 16,4 milioni di tonnellate entro il 2030. L’Italia è tra i paesi in Europa che può aspirare a una buona quantità di idrogeno pulito, aumentarne l’utilizzo nel manifatturiero e nei servizi. Le emissioni di CO2 si ridurranno solo con il graduale passaggio a sistemi integrated che scaturiscono da dati oggettivi.
La verifica dei progetti
In Snam i prossimi mesi per le vincitrici saranno di affiancamento a esperti per testare le proposte. Le selezioni della call di febbraio hanno riguardato tutta la catena del valore dell’idrogeno. La competizione mondiale riguarda la produzione e il trasporto, certamente, ma anche lo stoccaggio destinato a fronteggiare le emergenze. In sostanza bisogna sostituire le attuali riserve di gas con il nuovo combustibile.
Le cinque startup selezionate -informa una nota della Società- prenderanno parte a due diverse fasi: la prima le impegnerà per due mesi con il team HyAccelerator e i suoi partner per una conoscenza reciproca. Nella seconda fase “due delle vincitrici continueranno il viaggio per quattro mesi attraverso l’analisi di un caso d’uso dell’applicazione tecnologica della startup nell’ecosistema Snam”. Non dovrebbe essere difficile raggiungere risultati esemplari e ritenere affidabili, quindi, i tempi indicati da Bloomberg.