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Energia, arriva il piano europeo da 300 miliardi per l’indipendenza energetica da Mosca entro il 2027

Vale 300 miliardi di euro il piano europeo per l’indipendenza energetica da Mosca entro il 2027. l’Ue apre le porte a nucleare e carbone. Tetto Ue al prezzo del gas solo in caso di emergenza

Energia, arriva il piano europeo da 300 miliardi per l’indipendenza energetica da Mosca entro il 2027

Aumento degli obiettivi di efficienza energetica ed energia rinnovabile al 2030, una piattaforma per gli acquisti comuni di gas, gnl e idrogeno, un’accelerazione sulle procedure di autorizzazione e vincoli per l’installazione di fotovoltaico sui tetti, 10 milioni di tonnellate di idrogeno verde prodotto più 10 milioni di tonnellate dall’estero. Sono questi gli obiettivi del piano REPower EU con il quale la Commissione Ue indica agli Stati membri la strada per l’indipendenza energetica da Mosca in 5 anni. Per farlo l’Ue mobiliterà quasi 300 miliardi di euro, 72 miliardi in sovvenzioni e 225 miliardi in prestiti. Il piano europeo dell’energia prevede anche un obbligo di copertura solare per gli edifici commerciali e pubblici entro il 2025 e per i nuovi edifici residenziali entro il 2029. Per quanto riguarda il tetto europeo al prezzo del gas, richiesto più volte dall’Italia, solo in caso di interruzione delle forniture.

Obiettivo “ambizioso ma realistico” come ha sottolineato Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione Ue. Ma si sa che in tempi eccezionali servono misure straordinarie. Con la guerra in Ucraina, Bruxelles vuole emanciparsi da Mosca e accelerare sulla transizione energetica verde. Ma servono anni e molti soldi. E l’unione è pronta a cambiare la “propria dieta energetica” mettendo sul piatto miliardi di euro sostenuti principalmente dalle risorse del Recovery Fund, il programma anticrisi varato per la pandemia. Oltre ai fondi europei esistenti si impiegheranno quindi prestiti pandemici non chiesti da molti stati perché per loro non era economicamente conveniente. Non tutti i paesi hanno fatto domanda per avere tutti i soldi messi a disposizione come invece accaduto per l’Italia che potrà invece contare su una cospicua quota dei 20 miliardi di sovvenzioni dai ricavi Ets che sarà ripartita secondo gli stessi criteri del Recovery.

Come già noto dalla bozza del documento, le misure chiave del piano europeo sono il risparmio energetico, la diversificazione delle forniture energetiche e l’accelerazione della diffusione delle energie rinnovabili in sostituzione dei combustibili fossili nelle abitazioni, nell’industria e nella produzione di energia. Sul menù anche la creazione di nuove centrali solari ed eoliche attraverso procedure burocratiche più snelle. Insomma, un vasto piano per l’energia coerente con gli obiettivi ambiziosi a partire quello di quest’anno: tagliare di 2/3 le importazioni di gas dalla Russia e dell’ultimo terzo entro il 2026-27.

Piano europeo dell’energia: più risparmio energetico

L’Ue non modifica l’obiettivo di tagliare il 55% delle emissioni nette di gas serra entro il 2030 e della neutralità climatica al 2050. Invece aumenta i target per l’efficienza energetica (dal 9% al 13%) e quelli per le energie rinnovabili (dal 40% al 45%). Ma per ridurre la dipendenza dalla Russia l’Ue avrà bisogno di aumentare “nei prossimi 5-10 anni di 44 TWh la produzione di energia dal nucleare e di 100 TWh di carbone, si tratta di un aumento di circa il 5% nel mix energetico”.

Nel breve termine, invece, i tagli alla domanda previsti arrivano sotto forma di indicazioni sui comportamenti da seguire per industria e famiglie che dovrebbero tagliare il 5% della dipendenza europea da gas e petrolio russi. I suggerimenti spaziano dal tenere i riscaldamenti più bassi ad abbassare la temperatura dei boiler fino a 60°C, dal ridurre i limiti di velocità in autostrada al supporto per mobilità collettiva.

Diversificare dalla Russia

Per quanto riguarda il gas, sarà la Eu Energy Platform il veicolo chiave per la diversificazione delle forniture. Una piattaforma per l’acquisto congiunto di gas, gnl e idrogeno per mettere in comune la domanda, coordinare l’uso delle infrastrutture di importazione, stoccaggio e trasporto e negoziare con i partner internazionali. Il tutto per evitare una concorrenza interna che rallenterebbe il processo di diversificazione.

“Una parte dei finanziamenti, fino a 10 miliardi di euro, sarà usata per le interconnessioni e terminali mancanti per gas e gnl, e un’altra piccola parte, fino a 2 miliardi di euro, sarà destinata alle infrastrutture per il petrolio necessarie in alcuni paesi membri per poter compensare l’embargo sulle importazioni di petrolio russo in discussione al Consiglio Ue. Tutto il resto di questi finanziamenti, il 95%, sarà destinato ad accelerare e intensificare la transizione verso l’energia pulita”, ha aggiunto Von der Leyen.

Il piano europeo dell’energia sulle rinnovabili

Il REPower EU punta molto sulle rinnovabili e introduce l’obbligo di installazione dei tetti fotovoltaici, ma non per tutti. Entro il 2026 saranno soggetti tutti i nuovi edifici commerciali e pubblici con un’area utile maggiore di 250 m2, mentre l’anno successivo scatterà l’obbligo anche per gli edifici già esistenti. Tutti i nuovi edifici residenziali dovranno avere tetti solari entro il 2029.

Nel complesso, la strategia solare raddoppiare la capacità fotovoltaica europea entro il 2025 e installerà 600 nuovi GW entro fine decennio. Con una raccomandazione, la Commissione taglia i tempi delle autorizzazioni, tassello fondamentale per dare gambe all’intero piano e renderlo credibile.

Sono stati anche raddoppiati i target al 2030 per la produzione domestica di idrogeno, indicazioni su come promuovere i contratti PPA e facilitare la partecipazione dei cittadini prosumer attraverso la diffusione di comunità energetiche rinnovabili. Infine, la Commissione pubblica un piano per potenziare la produzione di biometano fino a 35 bcm entro il 2030.

Tetto prezzo del gas: sì ma solo in caso di stop forniture

Sulla questione tanto dibattuta negli ultimi tempi, richiesto più volte dal premier Draghi, la Commissione europea intende preservare la libera concorrenza sul mercato all’ingrosso, ma sarà possibile fissare un prezzo solo in caso di una “totale interruzione delle forniture” e “limitato al periodo di emergenza”. Resta possibile per i singoli Stati calmierare il prezzo finale “a un’ampia gamma di clienti, comprese le famiglie e, in particolare, le piccole e medie imprese”.

Solidarietà tra gli Stati

“La Commissione faciliterà la creazione di un piano coordinato di riduzione della domanda con misure preventive di riduzione volontaria, per essere pronti in caso di emergenza. In uno spirito di solidarietà, gli Stati membri meno colpiti potrebbero ridurre la loro domanda di gas a vantaggio degli Stati membri più colpiti”, si legge nel documento REPower Eu.

Sul tema extraprofitti, la posizione di Bruxelles è a favore del prelievo, e anzi apre alla possibilità di riallocare i cosiddetti “guadagni inaspettati”, a sostegno dei consumatori anche in vista del prossimo inverno.

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