La carenza d’energia resta l’anello debole sulla via della ripresa, che stenta a decollare. Dopo gas naturale e petrolio tocca al carbone, l’energia “maledetta” eppur necessaria per far marciare le fabbriche e fornire elettricità a buona parte della Cina. Ma, complici alluvioni e frane, Pechino ha dovuto chiudere in questi giorni 60 delle 682 miniere in attività. E i prezzi del carbone sono schizzati su del 12%. Si placa, però, l’aumento del petrolio: una volta superata la soglia degli 80 dollari al barile per il greggio texano, torna a essere conveniente pompare lo shale oil. Ma, a sottolineare l’impatto dei maggiori costi provocati dall’aumento dell’energia sulle materie prime, basti dire che, calcoli di Bloomberg, per produrre una tonnellata di alluminio (ai massimi da 13 anni) occorre tanta energia quanta ne consuma un condominio in tre anni.
JP MORGAN -2,1% PRIMA DEI CONTI
Tra costi in ascesa e cali della produzione imposti dai colli di bottiglia nelle forniture, i mercati guardano con una certa apprensione alla campagna delle trimestrali Usa, come dimostra il brusco calo di JP Morgan (-2,1%), che domani presenterà per prima i conti. Ma va detto che Jamie Dimon, il ceo del colosso Usa, si è detto fiducioso sul futuro, sposando la tesi della Fed sull’inflazione “solo temporanea”. E ha ribadito che, secondo lui, “il bitcoin non vale niente. Certo, lo trattiamo per i clienti che lo vogliono. Ma sono fatti loro”.
EVERGRANDE NON PAGA, LA CINA STRINGE SULLA FINANZIA
Sotto la pressione delle materie prime perdono colpi i listini dell’Asia. L’indice MSCI Asia Pacific che non comprende il Giappone, perde lo 0,9%. Stesso calo per il Nikkei. L’Hang Seng di Hong Kong perde l’1%, il Nikkei di Tokyo lo 0,9%, il Kospi di Seul l’1%.
Il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen arretra dello 0,7%. Non si hanno notizie di pagamenti delle cedole di Evergrande. In compenso, s’allunga la fila delle immobiliari a rischio default. E Pechino sposa la linea dura contro il mondo finanziario. Una delegazione della Commissione Centrale per le Ispezioni Disciplinari passerà in rassegna nelle prossime settimane il principale organismo di regolazione di banche, assicurazioni e società finanziarie. Era da sei anni che non veniva presa una simile iniziativa.
GOLDMAN SACHS RIVEDE AL RIBASSO LA CRESCITA USA
l future dell’indice S&P500 di Wall Street sono in calo dello 0,5%. Ieri, dopo un avvio positivo, Wall Street ha imboccato la strada del ribasso: Dow Jones -0,72%, S&P -0,69%, Nasdaq -0,84%. Il Treasury Note a dieci anni ha riaperto dopo la festività del Columbus Day a 1,61%.
Stanotte Goldman Sachs ha limato le stime di crescita del Pil degli Stati Uniti al +5,6% dal precedente +5,7%. Più importante il taglio sul 2022: l’anno prossimo la crescita sarà del 4%, non il +4,4% stimato in precedenza. Gli strategist avvertono che, nel settore dei consumi, il ritorno a condizioni di spesa analoghe a quelle precedenti la pandemia non sarà a breve: ci vorranno almeno sei mesi, anche nelle migliori delle ipotesi.
L’FMI ASSOLVE KRISTALINA GEORGEVA
Il “tribunale” del Fmi ha assolto la segretaria Kristalina Georgeva dall’accusa di aver favorito la Cina. Gli Usa si adeguano, ma Janet Yellen ha detto che d’ora in poi le mosse del Fondo e della Banca Mondiale verranno seguite con la massima attenzione.
LANE (BCE): AVANTI CON GLI ACQUISTI, ANCHE SE SALGONO I PREZZI
In attesa dei dati sull’inflazione americana in arrivo domani si scalda nell’Eurozona il dibattito sui prezzi tra falchi e colombe. Sull’onda dell’aumento del greggio si profilano nuove tensioni dopo il balzo al 3,4% di settembre, ai massimi dal 2008. “Resto convinto che il picco dell’inflazione sia in gran parte temporaneo, ma dobbiamo prendere in considerazione altri scenari, con tassi di inflazione e tassi di interesse strutturalmente più alti”, attacca il governatore olandese Klaas Knot, ammonendo che “se non lo faremo, potremmo vedere crolli dei prezzi dovuti a shock nel futuro”.
Immediata la replica di Philip Lane, il capo economista la Bce: “Il recente rialzo dell’inflazione nella zona euro non rappresenta una ragione per un intervento perché siamo ancora relativamente lontani dal 2% nel medio termine”. Ovvero, non è affatto escluso che le materie prime spingano l’asticella dei prezzi verso il 4%, ma questo non ci deve preoccupare più di tanto. È più importante difendere la ripresa, sempre più fragile. Anche grazie ai benefici di un euro debole.
RENDIMENTI IN SALITA, OGGI I PRIMI BOND VERDI TARGATI UE
La sfida a distanza si riflette sul rendimento dei titoli di Stato, ieri privi del riferimento del mercato Usa, fermo per il Columbus Day. Il Btp decennale tocca +0,91%, mentre il Bund sale a -0,17%, con lo spread in lieve rialzo a 108 punti base.
Oggi si scalda il mercato. Il Tesoro colloca stamane 6 miliardi di Bot a 12 mesi, la Germania offre 5 miliardi di Schatz scadenza settembre 2023 da 5 miliardi, l’Olanda 1-2 miliardi sulla scadenza 2047. Vera protagonista però sarà l’Unione europea, che oggi esordirà con le emissioni verdi con un’offerta a 15 anni da 12 miliardi.
MILANO -0,46%. INTESA: L’INDUSTRIA FRENA
Milano inaugura la settimana in calo frazionale, -0,46% a 25.930 punti. Intesa Sanpaolo vede la produzione industriale italiana in rallentamento nel terzo e nel quarto trimestre, con il testimone della crescita ormai passato ai servizi. Dopo due mesi di rimbalzo la produzione ha segnato ad agosto una flessione congiunturale dello 0,2% dal +1% di luglio. “In prospettiva – scrive l’ufficio studi della banca – è iniziato il rallentamento dell’attività economica nell’industria, dopo i picchi toccati nella prima metà dell’anno, visto che non vi sono segnali di miglioramento sul fronte delle strozzature dal lato dell’offerta, che potrebbero persistere per tutta la prima metà del prossimo anno”.
MANUFACTURING IN TILT, CROLLA ASOS (-13%)
In rosso anche Madrid (-0,66%), l’altro listino più sensibile alle banche. Lieve ribasso per Francoforte (-0,09%). Sale Londra (+0,68%) sotto la spinta dei petroliferi. Positivi anche i mercati di Amsterdam (+0,23%) e Parigi (+0,16%).
Ma sull’Europa pesano i colli di bottiglia del manufacturing: il rivenditore di moda online britannico Asos ha perso quasi il 13%, poiché i maggiori costi logistici e l’interruzione della catena di approvvigionamento peseranno sui profitti 2022, che potrebbero scendere di oltre il 40%, secondo quanto ha affermato il dimissionario amministratore delegato Nick Beighton.
ENERGIA 1/ ENI SOSTIENE PIAZZA AFFARI
In Piazza Affari sono in evidenza i titoli petroliferi: Tenaris +2,38% e Saipem +0,75%. Eni guadagna l’1,25% e riconquista quota 12,0006 euro per azione, tornando ai livelli pre-pandemia. Il recente aumento dei prezzi del gas potrebbe generare fino un miliardo di euro di extra-profitti. Sul titolo del cane a sei zampe Equita ha alzato le stime 2021 e 2022 alla luce del rialzo dei prezzi delle materie prime. Il target price sale a 13,5 euro.
ENERGIA 2/ CROLLA ENEL RIMOSSA DALL’INDICE CLEAN ENERGY
Soffre invece Enel (-2,47%), che risente della rimozione del titolo dall’iShares S&P Global Clean Energy di Blackrock, l’Etf che mira a replicare la performance dell’indice S&P Global Clean Energy, che riunisce le principali azioni quotate su scala globale di società che operano nel settore dell’energia pulita.
L’aumento della materia prima pesa su tutto il settore: Italgas -1,87%, Terna -1,63%, A2A -1,31%, Snam1,27%, Hera -1,14%.
BRUSCA CADUTA DI MEDIOBANCA, SALE GENERALI
Nel settore bancario, spicca la brusca caduta di Mediobanca (-3,19%). Il Cda ha deliberato di integrare l’ordine del giorno dell’assemblea del 28 ottobre con le proposte formulate da Leonardo Del Vecchio di modifica dello statuto per ciò che riguarda alcune regole di governance, anche se su un punto ha formulato una proposta alternativa.
Altra storia per Generali (+0,53%) dopo che Francesco Gaetano Caltagirone ha acquistato un altro 0,09%. L’agenzia Fitch ha rivisto al rialzo l’outlook da “stabile” a “positivo” confermando il giudizio sulla solidità finanziaria (A-), sia il giudizio sul merito di credito (BBB+). Nel resto del credito Banco Bpm -2,3%. Meglio i Big: Intesa Sanpaolo -0,56%, Unicredit -0,75%.
RECUPERA L’AUTO. STELLANTIS SPOSTA LA MASERATI A MIDAFIORI
Bene l’auto: Ferrari +1,36%, Stellantis +0,91%. L’azienda, ieri convocata al Mise, ha annunciato ai sindacati lo spostamento di tutti i dipendenti dell’impianto di Grugliasco a Mirafiori, contestualmente al trasferimento delle attività, entro il 2024. “La verniciatura di Mirafiori ad alta prestazione porterà vantaggi qualitativi già su Ghibli e Quattroporte”, assicura la Fim Cisl. In realtà l’ex Bertone di Grugliasco era stata comprata da Sergio Marchionne proprio per l’eccellenza della verniciatura.
RIBALTONE IN TOD’S, SECO FA SHOPPING IN GERMANIA
Tod’s -0,74% dopo il cambio al vertice: esce l’ad Umberto Macchi, le deleghe sono state assunte da Diego ed Andrea Della Valle. Direttore generale sarà Simona Cattaneo.
Seco (+4,55%) archivia una seduta in rialzo dopo l’acquisizione del 100% della tedesca Garz & Fricke Holding, azienda che sviluppa e realizza soluzioni hardware e software per l’Industrial Internet of Things.
In rosso Farmafactoring (-13,7%): ieri la società ha staccato il dividendo di 0,89 euro.
Plc (+6,48%), attiva nelle infrastrutture elettriche, si mette in evidenza dopo che Banca Akros ha alzato il target price a 2,8 euro.