Una vera rivoluzione sul mercato dei big tedeschi dell’energia: E.On e Rwe si dividono Innogy e finisco così per completare il percorso iniziato due anni fa quando Angela Merkel decretò la fine del nucleare da fissione in Germania. In pratrica, di tre grandi gruppi ne resteranno due ma rafforzati ciascuno nel proprio setttore di attività. Infatti E.On e Rwe hanno annunciato domenica che, attraverso uno scambio di asset, ridisegneranno il proprio futuro industriale e strategico, focalizzandosi rispettivamente sulla distribuzione e vendita di energia nel caso di E.On e sulla produzione nel caso di Rwe. L’apertura di Borsa a Francoforte ha dato ragione al deal, considerato che Rwe sale dell’8%, E.On del 5,3% mentre Innogy balza del 13,5% quando il Dax sale dello 0,6%.
Scendendo nel dettaglio, E.On rileverà da Rwe il 76,8% di Innogy – valutata complessivamente 22 miliardi di euro – lanciando un’Opa sul resto delle azioni a 40 euro, dando in cambio il 16,67% del proprio capitale a Rwe. Inoltre, E.On trasferirà a Rwe buona parte del proprio business delle rinnovabili e le quote di minoranza (che fanno capo alla controllata PreussenElektra) detenute negli operatori nucleari Emsland e Gundremmingen, già controllati da Rwe oltre alla “costola” di Innogy che si occupa di rinnovabili e altri asset minori.
A saldo di tutto il riassetto, Rwe verserà a E.On 1,5 miliardi. L’esito dell’operazione sarà che Innogy diventerà un leader europeo delle rinnovabili con Rwe votato alla produzione di energia elettrica mentre E.On sarà più focalizzato sulla distribuzione e vendita di elettricità. Rwe ha acquistato a suo tempo Innogy battendo i suoi concorrenti europei e in particolare la francese Engie, l’italiana Enel e la spagnola Iberdrola che si erano fatte avanti in più riprese ma senza riuscire a concludere l’operazione.
La transazione annunciata domenica e balzata all’attenzione degli investitori con l’apertura della Borsa lunedì mattina, arriva esattamente a due anni di distanza dal bando del nucleare decreto da Merkel che ha costretto E.On e Rwe a riconsiderare il proprio business, sperando le proprie attività tra quelle ancora legate all’eredità delle fonti fossili destinate a ridimensionarsi e quelle più promettenti orientate sulle reti e le fonti rinnovabili.
E.On in gennaio ha concordato la cessione della restante quota del 46,65% in Uniper (lo spin off in cui sono confluiti nel 2016 impianti di produzione elettrica e attività di trading) alla finlandese Fortum: la chiusura dell’operazione è attesa nella seconda metà del 2018.