Enel chiude i primi nove mesi del 2022 con ricavi in volata a 108,177 miliardi di euro in forte crescita (+84% sui 58,794 miliardi nei primi nove mesi del 2021). Il gruppo – come altri grandi dell’energia – beneficia sia delle maggiori quantità di elettricità e gas vendute e prodotte che degli alti prezzi registrati dell’elettricità. L’Ebitda ordinario tuttavia si ferma a 12,67 miliardi e il risultato netto ordinario del Gruppo a 2,977 miliardi (-9,5%).
Enel: nei primi nove mesi volano i ricavi ma l’utile è in calo
Il risultato netto del Gruppo risulta così in calo del 29,8% a 1,759 miliardi mentre l’indebitamento finanziario netto sale 69,736 miliardi (+34,2% da fine 2021). Un balzo che tiene conto della notevole quantità di investimenti realizzati da Enel e che sfiorano i 10 miliardi (+17,8% a 9,039 miliardi) da un lato e dell’effetto cambi negativo dall’altro.
Il management ha comunque confermato l’EBITDA ordinario tra 19,0 e 19,6 miliardi di euro per il 2022, grazie alla diversificazione geografica del gruppo mentre ha rivisto al ribasso l’utile netto ordinario di gruppo per il 2022 tra 5,0 e 5,3 miliardi di euro (da 5,6-5,8 previsti nel Piano) per “un minore contributo dei business in Italia rispetto a quelli delle altre geografie di presenza del Gruppo, con una conseguente maggiore incidenza delle minoranze sull’utile netto ordinario di Gruppo, nonché per una pressione fiscale attesa a fine 2022, in particolare in Spagna, maggiore rispetto alle previsioni”.
Il Cda, nell’approvare la trimestrale, ha anche deliberato un acconto sul dividendo 2022 pari a 20 centesimi di euro per azione, in pagamento dal 25 gennaio 2023, in crescita del 5,3% rispetto all’acconto distribuito a gennaio di quest’anno.
“La positiva evoluzione della performance operativa, la nostra solidità finanziaria e il piano di semplificazione societaria in atto ci consentono di guardare con ottimismo agli obiettivi futuri, anche in previsione del perdurare di un quadro generale complesso” commenta l’amministratore delegato e direttore generale Francesco Starace. “Sulla base di queste premesse, confermiamo la nostra politica di remunerazione degli azionisti per il 2022, che prevede un dividendo complessivo di 0,40 euro per azione, con un acconto in crescita del 5,3% rispetto a quello distribuito lo scorso gennaio”.
Enel: la trimestrale risente anche della tassazione extraprofitti e della situazione in Russia
L’indebitamento, spiega la nota con la quale Enel ha comunicato i risultati trimestrali , sale principalmente per effetto dell’aumento degli investimenti al netto dell’acquisizione di Erg Hydro e dell’effetto cambi negativo. Si sarebbero potuti compensare con un maggior flusso di cassa se questo non fosse stato ridotto dall’ “impatto sul capitale circolante netto di alcuni provvedimenti governativi” tra cui appunto la tassa sugli extraprofitti che avrebbe dovuto, secondo alcuni calcoli, avere un impatto di circa 70 milioni sui conti Enel.
Altro punto che certamente ha avuto un impatto sui conti dei primi nove mesi è la cessione degli asset in Russia, congelati da Putin con un decreto di agosto che ha colpito tutte le imprese straniere. La variazione negativa dell’exit, precisa infatti la nota Enel, “riflette principalmente i maggiori ammortamenti, le svalutazioni dei crediti e gli adeguamenti di valore sulle attività nette di società classificate come “disponibili per la vendita” in Brasile e in Russia”. Il 30 settembre Putin ha autorizzato la cessione degli asset di Enel in Russia ad un valore di 137 milioni che saranno però incassati al closing dell’operazione che deporrebbe concludersi entro fine anno, generando un impatto positivo sull’indebitamento netto valutato da Enel 550 milioni di euro.
Soprattutto, i conti hanno risentito – come altre utility colpite dal difficile situazione sui mercati di approvvigionamento – della minore marginalità registrata nei Mercati Finali e in Enel Green Power. Questi hanno scontato, rispettivamente, i maggiori costi di approvvigionamento con il gas alle stelle e l’impatto della siccità che ha fortemente ridotto la produzione idroelettrica. Un fattore solo parzialmente compensato dall’aumento del termoelettrico e del trading.