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Enel, Starace: “Business Tlc non ci interessa”

FIRSTonline

Enel non tornerà al business delle telecomunicazioni, ma conferma l’interesse a favorire la cablatura dell’Italia lungo la rete di distribuzione elettrica. Inoltre, nel prossimo futuro per fare decadere gli amministratori, occorrerà una condanna e non più soltanto il rinvio a giudizio. L’allentamento della clausola di onorabilità è stata approvata oggi dall’assemblea degli azionisti e Patrizia Grieco, presidente del gruppo, ha comunque sottolineato che “Enel è l’unica, tra le società quotate a partecipazione pubblica, ad avere in statuto” tale clausola presentata lo scorso anno dal Tesoro. L’assemblea dell’Eni, come si ricorderà, l’ha respinta nel 2014. “Le motivazioni che sono alla base di tale proposta sono quelle di rendere compatibile la clausola in questione con le esigenze di stabilità della gestione aziendale” ha spiegato Grieco che ha fatto rilevare anche l’opportunità “di allineare la clausola etica con altre previsioni normative che – seppur non applicabili a Enel – dispongono anch’esse l’ineleggibilità o la decadenza solo in caso di emissione di una sentenza di condanna, anche se non passata in giudicato”.

Si è conclusa nel tardo pomeriggio, l’assemblea Enel che ha approvato il bilancio e la distribuzione del dividendo di 14 centesimi al 24 giugno. Le domande dei piccoli azionisti, ma anche dei fondi, si sono concentrate sui temi dell’energia, della ristrutturazione organizzativa già avviata in Sud America, del piano industriale presentato dal vertice a fine marzo. Ma non poteva mancare l’interesse sul ruolo di Enel nel piano per la realizzazione della nuova infrastruttura per la banda ultralarga. Proprio oggi il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli ha annunciato che il decreto del governo potrebbe essere approvato la prossima settimana e metterà a disposizione circa 7 miliardi di risorse pubbliche ed europee per la rete in fibra.

Alla richiesta di un azionista sull’esperienza di Wind, l’Ad Francesco Starace ha risposto che “Enel ha imparato molto riguardo al business delle telecomunicazioni. Ha imparato soprattutto che è un business molto particolare, che richiede specializzazioni molto importanti. E non riteniamo sia utile per un’azienda elettrica mettersi a fare telecomunicazioni”.  Riguardo alla sostituzione, tra il 2016 al 2019, di 33 milioni di contatori elettronici con i modelli digitali più evoluti, Starace ha precisato che “consentiranno di avere delle curve di consumo giornaliero e questo migliorerà i consumi e la concorrenza. Anche grazie ai contatori elettronici la qualità del servizio è migliorata del 65% negli ultimi dieci anni”. Infine, il piano per la fibra:”L’installazione dei nuovi contatori è un’opportunità per eseguire la rete in fibra. E’ un’opportunità che riduce i costi per le compagnie telefoniche. Chi fosse interessato ha la possibilità realizzare la cablatura completa dell’Italia a costi straordinariamente bassi. Stiamo parlando con tutti gli operatori e tutti sono interessati. I tempi? Molto veloci: da 3 a 5 anni”.

Starace ha confermato che “il processo di semplificazione societaria proseguirà, Enersis sta proseguendo con le valutazioni per snellire ulteriormente”. 

Si comincia anche a parlare del piano per la chiusura in Italia di 23 centrali ritenute vecchie o comunque non competitive sul mercato. La Fondazione Culturale Responsabilità Etica è tornata, insieme all’associazione ReCommon, a criticare le centrali a carbone che rimarranno aperte in Italia nonostante il piano di dismissioni. Nel mirino c’è soprattutto la centrale di La Spezia ma anche gli impianti di Civitavecchia e Brindisi che non saranno chiusi. In base al nuovo piano industriale ’15-’19, ha replicato l’Ad Francesco Starace, la quota di produzione fossile scenderà comunque sotto il 50% contro il 57% del 2014.

Infine il debito. L’Enel ha emesso tra il 2013 e l’inizio del 2014, obbligazioni per 4,2 miliardi di euro in diverse valute (euro, sterline e dollari) con scadenza oltre 60 anni e costo medio ponderato del 6,5% con possibilità i riacquisto alla pari. Considerate le altre misure avviate per ridurre il costo del debito, il costo medio ponderato dello stock complessivamente accumulato è sceso al 5,1%. Infine la ripresa economica: alcuni piccoli segnali si cominciano a vedere. “Per la prima volta da cinque anni – ha concluso Starace – nel mese di aprile la domanda elettrica mostra un segno positivo”.

L’assemblea ha approvato la nomina di Alfredo Antoniozzi in Cda in sostituzione di Salvatore Mancuso, dimessosi nel novembre 2014. Antoniozzi è un politico (prima con Forza Itala ora con il Nuovo Centrodestra) ed è stato europarlamentare. Il suo nome è stato indicato dal ministero dell’Economia.

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Tags: Enel