Enel è prima per ricavi, Eni regina di utili. Poste vince per numero di dipendenti, Generali non ha rivali tra le assicurazioni, mentre Intesa Sanpaolo batte Unicredit tra le banche. Questo quanto si evince dalla 57esima edizione dello studio sulle Principali Società Italiane realizzato dall’Area Studi Mediobanca sulla base dei bilanci relativi all’esercizio 2021 di 3.442 aziende.
Imprese Italiana: le classifiche dei fatturati, degli utili e delle perdite
Le prime venti posizioni della classifica dei fatturati 2021 sono occupate da nove imprese a controllo pubblico, cinque a controllo privato italiano e sei a proprietà estera. Nove appartengono al settore energetico (petrolifero o energia elettrica), sei alla manifattura e cinque alla gestione di infrastrutture o ai servizi. Delle 1.763 imprese con graduatoria, sono 227 quelle con vendite superiori al miliardo, in aumento rispetto alle 187 nella scorsa edizione.
Al primo posto c’è Enel con ricavi pari a 84,1 miliardi. Seconda Eni con 76,6, terza Gse con 54,4 miliardi. A dominare la classifica dei fatturati 2021 dell’industria e dei servizi sono tre gruppi energetico-petroliferi pubblici, gli unici che hanno realizzato vendite superiori a 50 miliardi di euro. È solo dal quarto posto in poi che troviamo società appartenenti ad altri settori. In quarta posizione, infatti c’è la manifattura con Fca Italy (21,9 miliardi), seguita dai servizi con Telecom Italia (15,1 miliardi). Si conferma sesta la meccanica Leonardo (14,1 miliardi), mentre sale di due gradini Prysmian, settima con vendite pari a 12,7 miliardi di euro, che scalza Ferrovie dello Stato, ottava con 11,7 miliardi di fatturato.
Ne guadagnano ben sette le energetiche Edison e A2A, rispettivamente nona e decima con ricavi pari a 11,7 e 11,miliardi.
Seguono:
11: Hera (10,5 miliardi);
12: Edizione (9,8 miliardi);
13: Poste Italiane (8,9 miliardi);
14: Saras – Raffinerie Sarde (8,6miliardi);
15: Esselunga (8,5 miliardi);
16: Marcegaglia Holding (8 miliardi);
17: Parmalat (8 miliardi);
18: Kuwait Petroleum Italia (7,6 miliardi)
19: Esso Italiana (7,4 miliardi)
20: Saipem (6,9 miliardi).
“Nel complesso, diciassette imprese delle prime venti hanno messo a segno uno sviluppo del fatturato, sia per i maggiori prezzi delle materie prime, sia per l’incremento dei volumi venduti oltre che per effetto di alcune operazioni di M&A”, sottolinea Mediobanca.
Passando ai risultati netti, stavolta le prime due posizioni si invertono. Eni è la regina degli utili, avendo chiuso il 2021 con 5,8 miliardi di euro, dopo la perdita di 8,6 miliardi del 2020. Al secondo posto c’è Enel con 3,2 miliardi (+22,2%): Medaglia di bronzo per Edizione che, con 1,6 miliardi, recupera la perdita del 2020 pari a 320 milioni di euro. Poste Italiane chiude a quota 1.578 milioni di euro (+30,7%).
Nella ben più negativa classifica delle perdite, in prima posizione troviamo invece Telecom Italia, con 8,7 miliardi di euro, ovvero il 57,2% del fatturato. “Il risultato sconta gli effetti della svalutazione dell’avviamento domestico per 4,1 miliardi di euro e dello stralcio, pari a 3,8 miliardi, delle attività per imposte anticipate. Seguono Saipem con 2,5 miliardi (35,9% delle vendite) e FCA Italy con 1,5 miliardi (7% del fatturato).
La classifica per dipendenti
Il gruppo con il maggiore numero di dipendenti è Poste Italiane con 121.423 unità, in calo del 2,6% sul 2020. Al secondo posto c’è Ferrovie dello Stato con 81.906 (+0,6%), dipendenti, seguita a distanza da Edizione (68.922, +19,6%), Enel (66.279, -0,7%) e Leonardo (50.413, +1,1%). Appena sotto la soglia delle 50mila unità Telecom Italia (47.930, -2,4%).
“Considerando inoltre le aziende che ruotano nell’orbita degli Agnelli incluse nella graduatoria, il personale impiegato aggregato è pari a circa 67mila unità”, fa notare Mediobanca.
In materia di gender gap, Poste Italiane si contraddistingue anche per l’alto numero di dipendenti donne occupate: 64,4mila ovvero il 53% del totale. Incidenza ancora più alta, pari al 90%, per Calzedonia Holding (36,7mila circa) e Almaviva – The Italian Innovation Company, 63,2% (28,2mila circa).
La classifica delle banche e delle assicurazioni
Nel 2021 la classifica delle prime 20 banche italiane (in base al totale attivo tangibile) non subisce notevoli variazioni, con Intesa Sanpaolo prima a 1.059,5 miliardi (+6,5% rispetto al dato 2020) davanti a Unicredit (914,5 miliardi, -1,6%) e Cdp – Cassa Depositi e Prestiti (412,9 miliardi, +0,6%). “Le prime due banche hanno un attivo tangibile pari al 111% del PIL italiano”, sottolinea Mediobanca.
Nel comparto assicurativo, Generali mantiene il dominio assoluto della Top10 dei gruppi con premi lordi che, grazie alla sua struttura multinazionale e al consolidamento integrale del gruppo Cattolica Assicurazioni nel 2021, ammontano a 74,3 miliardi ovvero il 57% del totale realizzato dall’intero comparto. Seguono il gruppo Poste Vita (17,9 miliardi) e Unipol (12,3 miliardi).
Le imprese dinamiche del IV Capitalismo
Mediobanca analizza anche le 26 le società dinamiche del Quarto Capitalismo italiano, ossia quelle della fascia dimensionale intermedia nel sistema economico italiano, cresciute per fatturato e redditività sia rispetto al 2020 sia rispetto ai livelli pre-pandemia.
Si tratta di aziende che nel 2021 hanno realizzato un incremento delle vendite pari almeno al 20% sul 2020 e al 40% sul 2019 e un’incidenza del risultato sul fatturato pari almeno al 4% negli esercizi 2019 e 2021. “Queste aziende virtuose sono state ordinate in base ad un Indicatore Globale di Performance calcolato al fine di analizzarne i profili reddituali, patrimoniali e di efficienza”, evidenzia Mediobanca.
Nelle prime dieci posizioni si concentrano quelle con i migliori indicatori: cinque hanno sede nel Nord Ovest (quattro in Lombardia e una in Piemonte), tre nel Nord Est (due in Emilia-Romagna e una in Veneto) e due nel Sud e Isole (una in Campania e una in Sicilia).
In questa speciale classifica al primo posto troviamo Copan Italia, leader mondiale nella produzione di tamponi per la batteriologia e di sistemi per la biologia molecolare, che nel 2021 ha realizzato un fatturato pari a 395 milioni di euro (+179,2% rispetto al 2019). Le sue esportazioni contano per l’84,2% del fatturato. L’Ebit Margin è pari al 36,9%.
Al secondo posto c’è Technoprobe, produttore di “probe card” (schede sonda), dispositivi hi- tech per testare il funzionamento dei chip durante il loro processo di costruzione per i settori della telefonia, dei computer e dell’automotive. Il fatturato 2021, pari a 392 milioni di euro, ha registrato un incremento del 104,7% rispetto al 2019, grazie all’acquisizione di nuove quote di mercato. Terza Arturo Salice, che produce cerniere per mobili, e lo scorso anno ha registrato ricavi per 145 milioni (+58,9%). Quarto e quinto posto rispettivamente per Sicit Group (82 milioni, +44,3%) e U-Power Group (230,1 milioni di euro +44% rispetto al 2019). Seguono Omer (tra il 2019 e il 2021il fatturato, pari a 54,3 milioni, si è incrementato del 75,1%) e Novabell (76,6 milioni di euro +40,6% rispetto al periodo pre-pandemico). Chiudono la top ten: Trafileria A. Mauri e Figli (vendite a 127,6 milioni, +58,5%) Regina di San Marzano di Antonio Romano (184,6 milioni +112,6% sul 2019) e Immerfin (402,8 milioni,+41,4% sul 2019).