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Enel, piano 2018-20: avanti tutta su auto elettrica e fibra ottica

Il gruppo porta gli investimenti al livello record di 28 miliardi – Alzati i target per il triennio – Dividendo a 28 centesimi nel 2018 – Starace conferma: “No a fusione con Tim sulla rete”

Enel, piano 2018-20: avanti tutta su auto elettrica e fibra ottica

Enel punta su digitale e rinnovabili, quindi sull’avanzamento tecnologico e la transizione energetica, per aumentare margini e profitti. Con quali nuovi spunti? Italia interamente cablata in fibra ottica da Open Fiber nel 2022. Stazioni di ricarica per l’auto elettrica pari a 320.000 punti solo in Italia, la stragrande maggioranza dei quali in aree private (dalle case a supermercati, uffici, palestre etc.). Spinta sui contatori di seconda generazione. Dismissioni e acquisizioni “al trotto” su piccoli asset. Potenziale buy out prima dell’assemblea di maggio. Dividendo in crescita. Il piano strategico Enel 2018-20 si incardina su questi pilastri e va avanti sulla strategia avviata nel 2015, alza tutti i target e convince la Borsa che premia il titolo con un rialzo del 2,3% a 5,35 euro, vicino ai massimi dell’anno.

È un mondo – quello che Enel vede per prossimi trent’anni –  che evolve nella direzione green e che triplicherà il potenziale rinnovabile con il 60% della popolazione mondiale concentrato nelle grandi città, la conseguente forte crescita della domanda elettrica che nel 2040 supererà quella di carbone e gas. Quello che emerge con chiarezza qui a Londra – dove è schierato tutto lo stato maggiore della multinazionale energetica per la presentazione del piano 2018-20 alla comunità finanziaria – è la scelta di rafforzare la direzione digitale, già imboccata lo scorso anno, soprattutto nei mercati maturi per agganciare le nuove possibilità di business anche là dove gli introiti della generazione vanno diminuendo.

Saltare sull’innovazione per anticipare i tempi in cui le applicazioni domestiche saranno collegate a Internet (il cosiddetto Internet of Things, Iot )e l’energia pulita metterà fuori mercato quella fossile: il mandato è affidato a Enel X, nuovo nome e marchio per la divisione e-Solutions che “diventerà il nostro motore per la crescita futura”, ha detto l’Ad Francesco Starace. La responsabilità è affidata a Francesco Venturini, ex Ad Enel green power.

STRATEGIA, DIVIDENDO E INVESTIMENTI

È una strategia che finora ha dato i suoi frutti e sta spingendo al rialzo gli obiettivi del gruppo: il pay out è passato dal 50% dell’utile ordinario 2015 al 70% atteso al 2018. In concreto significa 28 centesimi di dividendo minimo garantito il prossimo anno contro i 23 per il 2017 anno in cui, anticipa il gruppo, l’Ebitda ordinario raggiungerà 15,6 miliardi (15,2 miliardi nel 2016) e l’utile netto ordinario è previsto a quota 3,6 miliardi.  Con il margine stabilmente sopra i 15 miliardi e proiettato verso i 18,2 miliardi a fine periodo, e con un utile ordinario previsto balzare da 3,6 a 5,4 miliardi, anche il debito netto può salire da 37,8 miliardi di fine 2017 a 39,8 miliardi il prossimo anno per poi ridiscendere a 30,3 (2,1x sull’Ebitda contro 2.4x oggi) e restare sostenibile nella visione del management.

Gli altri obiettivi finanziari sono un piano di investimenti complessivi di 24,6 miliardi nei tre anni (+500 milioni rispetto al precedente piano). A questa cifra-record vanno aggiunti 3 miliardi di Open Fiber, fuori dal perimetro di consolidamento. Dei 17 miliardi destinati alla crescita l’80% si riverserà come si diceva, sui mercati maturi a discapito del Sud America considerato più a rischio. In particolare Enel spenderà in Italia 10 miliardi. Crescita anche nella penisola iberica e nel Nord e Centro America.

DECOLLA IL PIANO FIBRA OTTICA, PIU’ CONTATORI SMART

I riflettori di Enel sono puntati sulle reti, con uno spazio crescente riservato al digitale. Il che significa due cose: contatori smart e Internet ultraveloce. Sulla rete Internet in fibra ottica si gioca la partita tra Open Fiber, che entra nella nuova divisione Enel X, e Tim. “Siamo completamente contrari ad una fusione con Tim sulla rete, non c’è alcun vantaggio” ha confermato Francesco Starace. Enel pensa piuttosto di esportare il modello di joint venture realizzato in Italia con Open Fiber anche in altri Paesi in cui opera il gruppo.

“È più verosimile – ha aggiunto – esportare il modello in Sud America che non in Iberia dove la diffusione della banda larga è già ampia”. Enel conta di ricavare 500 milioni di Ebitda dalla fibra ottica nel 2022 con un target di 4 milioni di clienti. In totale le previsioni sono di 18,8 milioni di case collegate sia nelle aree in concorrenza che in quelle a fallimento di mercato. In Italia il gruppo investirà complessivamente 10 miliardi, 3 dei quali riguardano Open Fiber entro il 2020 e saliranno a 5,1 miliardi a regime.  Per Tommaso Pompei, ex Ad di OF, previsto un ruolo in Enel X ma “se ne parlerà verso fine anno. Ora è prioritario il passaggio delle consegne con il nuovo Ad, Elisabetta Ripa”.

L’altro punto di forza sono gli smart meters, i contatori digitali di seconda generazione: in Italia ne saranno installati 16 milioni nel triennio, poco più della metà della platea attuale sarà sostituito entro il 2020 con un investimento di 1,3 miliardi.

DISMISSIONI, BUY OUT E RIASSETO CILE

Le dismissioni rientrano nel capitolo gestione attiva del portafoglio. Confermata la strategia buy, sell, operate (Bso) soprattutto nel campo delle rinnovabili. Enel ha già realizzato 6,3 miliardi di cessioni, la Russia resta un obiettivo mentre sale a 2,8 miliardi il target delle acquisizioni in particolare delle minorities. Il buy out fino a 2 miliardi rimane un’opzione in campo ma c’è tempo fino al novembre 2018. In Cile prosegue il riassetto delle partecipazioni che ha già portato alla riduzione da 69 a 53 società.

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